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Venerdì, 19 Aprile 2024
Capitale sociale

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A cura di Giuseppe De Marzo

Faber Beach, dove estate significa lotta alla mafia

Poco tempo fa siamo stati a Ostia, in uno degli stabilimenti balneari più noti del litorale romano: il Faber Beach. Nell'ottobre scorso era stato posto sotto sequestro per bancarotta fraudolenta. Ancora un intervento, quindi, sulle imprese del litorale romano, grazie alle indagini della guardia di Finanza che hanno portato alla luce una nuova storia di "ordinaria" illegalità nella gestione di un bene pubblico, il mare e la spiaggia, finito già alcuni mesi prima sotto la lente di ingrandimento delle forze dell'ordine. Tra i sequestri al clan Fasciani, oggi sotto processo per 416bis, erano infatti le aziende balneari a fare la differenza. Ristoranti, cabine, tavole calde, tutto a servizio dei boss. Fino alle indagini che hanno riguardato anche lo stesso Faber Beach nel febbraio di quest'anno, su cui le ipotesi di controllo da parte dei clan di Ostia sono ancora al vaglio della magistratura. Storie di ordinaria illegalità, insomma. Fino allo scorso anno, in questo esercizio commerciale lavoravano ben 15 persone, spesso senza contratto e senza alcuna tutela, sempre a rischio sfruttamento.

Ora questo luogo è diverso: la gestione del locale è in mano all'amministrazione giudiziaria, con il compito di sanare le irregolarità e dare un futuro ad azienda e lavoratori. Una serie di associazioni hanno preso a cuore la vicenda, tra queste anche Libera. Così il Faber beach è diventato sede di manifestazioni sociali e culturali, connesse al territorio del litorale e portate avanti da chi in queste zone ci vive. Non solo lettini, ma teatro, musica, socialità, accoglienza. In più l'attenzione verso l'azienda da parte di chi lotta contro la crisi e la mafia ha fatto sì che i lavoratori del lido potessero finalmente essere contrattualizzati e che lo stabilimento potesse portare avanti la propria attività.

Quella di Faber Beach è stata un'estate intensa e ricca d'iniziative: dalla rassegna cinematografica agli incontri con chi ha deciso di non arrendersi davanti alla mafia, che approfitta sempre più della disperazione di chi è vittima della crisi.

Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) tra gennaio 2007 e settembre 2009 le banche europee e statunitensi hanno perso più di un bilione di dollari in titoli tossici. In quel momento le organizzazioni criminali di tutto il mondo sono diventate protagoniste dell'economia internazionale, le uniche con il capitale per fare investimenti mentre le banche perdevano liquidità e non concedevano più prestiti.

In questo il nostro Paese ha fatto la sua parte: per Sos impresa, associazione di imprenditori che si oppone al racket, le mafie incidono direttamente nel mondo del commercio e a livello nazionale producono profitti pari al 7% del Pil. Questo significa lavoro e commercio nero, sinonimo di sfruttamento. Un lavoro senza contratto non ha garanzie e chi lo subisce viene sottoposto a continui ricatti. Ai giorni nostri, con la crisi che grava sulle spalle dei più deboli, opporsi e combattere le mafie è anche combattere lavoro nero e sfruttamento. Gli amici di Faber Beach hanno trasformato una spiaggia in uno dei luoghi di questa battaglia.

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