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Giovedì, 18 Aprile 2024
Capitale sociale

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A cura di Giuseppe De Marzo

La crisi soffoca il Mezzogiorno, facciamolo respirare

Secondo il rapporto dell'Istat nelle stime per area territoriale l'Italia è ancora in crisi, ma quello che emerge è come questa sia più profonda al Sud. Il Pil nel Mezzogiorno è letteralmente crollato nel 2013 con una percentuale del -4%.

Il dramma della crisi si è continuato a consumare anche nel 2013. Ma quello che più stupisce dei dati Istat sono le disuguaglianze territoriali nel nostro Paese: nel Mezzogiorno si è registrato un crollo del -4% del Pil, il doppio del dato complessivo. Lo stesso vale per l'occupazione, in particolare per il settore industriale: a Sud ha perso il 7,7% degli occupati in soli dodici mesi.

Si tratta di risultati "coerenti con i dati relativi ai conti nazionali" pubblicati a marzo, quando era stato reso noto il calo del Pil esclusivamente sul piano nazionale. Nonostante la crisi ancora attraversi tutto il nostro Paese, più si va a si va a Sud più si fa profonda.

In realtà era chiaro da tempo che le disuguaglianze territoriali fossero diffuse nel nostro Paese, basta pensare che il primo che parlò a livello pubblico della famigerata "questione meridionale" fu il deputato radicale Antonio Billia nel 1873. Da allora sembra che quelle diseguaglianze non siano mai state colmate.

La crisi dal 2008 in poi non solo ha creato diseguaglianze sociali ma anche territoriali, andando a colpire di più il Sud del Paese. Tutto terreno fertile per le associazioni a delinquere, che sono andate a sostituirsi lì dove quelle distanze sarebbero dovute essere colmate dal Welfare, che avrebbe dovuto scongiurare queste situazioni e dare a tutti le stesse possibilità e lo stesso sostegno.

E' il Welfare che deve colmare queste distanze e se la crisi è più profonda al Sud allora è da lì che bisogna cominciare. Miseria Ladra, la nostra campagna contro la povertà, è stata da poco in tour in 5 province della Sicilia, isola gloriosa nel passato, logorata nel tempo da mafie e povertà. A bordo di un furgone siamo stati ad Agrigento, Favara, Raffadali, Castelvetrano, Campobello di Mazara, Marsala, Vittoria, Canicattini Bagni, Leonforte, fino a percorrere oltre 900 chilometri. In tutti questi luoghi ci siamo confrontati con chi li vive e con le realtà che da qui combattono mafia e povertà.

Tra loro si respira quella forza e quella determinazione che deve essere il punto di partenza per cambiare, per far prendere aria a un Sud da troppo tempo soffocato.

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