Il calcio unisce, appassiona, aggrega. Nella vicenda del Palermo, retrocesso in serie C per una decisione imbarazzante, per dirla come Giorgetti, della Lega di serie B, il dato interessante è l'incredibile partecipazione alla manifestazione di protesta organizzata dai tifosi.

Niente, negli ultimi anni, ha unito quanto il calcio.

Il calcio mischia le classi sociali, crea appartenenza e, per il calcio, siamo disposti a combattere. Qualcuno potrebbe dire che è un modo sbagliato di vivere lo sport, ma tant'è: questo è un dato di fatto. Più che combattere o contrastare questa tendenza, chi pensa al futuro del Paese dovrebbe cercare di trarne un beneficio.

Nell'era delle post ideologie, possiamo ritrovare partecipazione popolare attraverso il calcio, possiamo ridare vitalità alle nostre istituzioni grazie alla passione che questo genera. Che i comuni comprino le squadre! Facciamo che i sindaci siano presidenti delle squadre di calcio, che la Lega calcio sia il governo nazionale e che il calciomercato sia inserito nei bilanci comunali. Immaginate quanto sarebbe più semplice convincere gli italiani a pagare le tasse, se servissero anche a vincere il campionato.

Perché gli italiani, ai presidenti delle squadre di calcio, chiedono conto e ragione; ai sindaci no. Di calcio sanno tutto, di politica no.