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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronache marziane

Cronache marziane

A cura di Rossella Lamina

Memorie inconfessabili. 4 – Aiuto, gli esattori!

Il Presidente con “le palle d’acciaio” hanno dovuto aspettarlo al varco e - con tempra d’uguale consistenza - hanno fatto di tutto per ottenere attenzione. Ma le lavoratrici e i lavoratori del fisco attraggono i riflettori lo spazio di un mattino: le loro battaglie rimangono fra quelle più ignorate, anche da parte dell’informazione. È una rilevazione del tutto personale, ma basata su anni di lavoro come addetta stampa. E da anni mi chiedo il perché di questo interesse così scarso.

Il breve “momento di gloria” dei lavoratori del fisco risale al luglio scorso, quando il premier Letta ed il ministro Saccomanni sono andati ufficialmente ad incontrare “i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia” presso la sede centrale delle Entrate. Come Monti l’anno precedente - e come numerosi altri presidenti e ministri prima di Super Mario - gli esponenti dell’attuale esecutivo hanno annunciato una lotta senza quartiere contro evasione ed elusione fiscale. Fuori dall'assise degli invitati illustri, dove cotanti proclami venivano spiccati, i dipendenti del fisco hanno allestito un’accoglienza da red carpet per i visitatori (come racconta questo servizio del Corriere.it), ottenendo in questo caso una visibilità per nulla scontata.

Nella mia testa, anche la recente occupazione di una sede delle Entrate, attuata contro la soppressione degli sportelli territoriali da dipendenti e delegati sindacali (e con la solidarietà di tanti altri lavoratori), avrebbe dovuto  - in teoria –  essere una notizia. E se i lavoratori delle Agenzie Fiscali, gente che quotidianamente “sta sul pezzo”, si mobilitano per un fisco equo, chiedendo di alleggerire la pressione su tutti i dipendenti e i pensionati (che da soli sorreggono l’80% del carico); se proprio quegli stessi che mandano avanti la macchina fiscale rivendicano risorse per lo stato sociale, chiedendo di reperirle anche investendo nel fisco e nei suoi dipendenti; tutto questo – sempre nella mia testa – avrebbe potuto suscitare un qualche interesse presso i media. Ma è stato quasi totale il silenzio attorno a queste iniziative.

Sarà forse che, per chi ha sempre pagato le tasse, ogni ulteriore aumento viene vissuto con angoscia di eguale proporzione. Sarà che ovunque ci sono vittime delle “cartelle pazze” (follia in cui eccellono diverse ex municipalizzate ). Sarà che viviamo nel paese degli studi di settore e dei redditi presunti e che alcune prassi di Equitalia non godono esattamente del consenso generale….Insomma – mi son detta  - potrebbe darsi che, anche nel mondo dell’informazione, di fronte a un pur innocuo comunicato stampa, dove però compare la parola FISCO, d’istinto si fugga via gridando: “AIUTO, GLI ESATTORI!”.

C’è inoltre da ricordare che veniamo da anni di martellante campagna sul cosiddetto “fannullonismo” dei dipendenti pubblici. Con vari e titolati cantori e altrettanto vari e potenti sostenitori, facendo leva sulla – nel tempo coltivata - inefficienza organizzativa dell’apparato pubblico, quella campagna ha preparato il terreno alla smobilitazione dai territori dello Stato nelle sue diverse forme; alla distruzione e alla mercificazione dei servizi pubblici, alla demolizione del welfare così come in Europa, dal dopoguerra alla Troika, era stato concepito.

La denigrazione non ha certo lasciato indenni i lavoratori del fisco. Purtroppo ci incappa pure Report, che in questa inchiesta sul catasto, firmata da Emilio Casalini, attribuisce la mancata riforma del settore anche agli stessi impiegati “che non ne volevano proprio sapere di lasciare il posto ministeriale per diventare dipendenti di un Comune di periferia”. In questa lettera aperta a Report le ragioni di quella opposizione, mossa, fra l’altro, dal timore di vedere indebolito proprio l’accertamento catastale, fatto di un “altissimo contenuto tecnico e tecnologico – sostengono i lavoratori - che richiede risorse economiche che moltissimi Comuni, soggetti al patto di stabilità e ai tagli finanziari, non hanno”. Quale “Comune di periferia” avrebbe oggi le risorse per realizzare in proprio, ad esempio, i rilevamenti aerei per le mappe catastali? E, in molte realtà locali, anche per sottrarsi “alle pressioni affaristiche presenti sul territorio”… I lavoratori ancora attendono risposta dal programma Rai.

In un’Italia dove, come attesta la Corte dei Conti, il sommerso rappresenta il 18% del pil (in altri studi stimato al 22%), dove i lavoratori dipendenti guadagnerebbero più degli imprenditori, come ci ha ricordato il Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia, ci si aspetterebbe maggiore attenzione, da parte della politica e dell’informazione, verso chi sta nella quotidiana trincea di una battaglia detta prioritaria da tutti i governi, presenti e passati.

Una trincea in cui si vivono anche momenti di tensione e di vero pericolo, vedi le bombe alle sedi di Equitalia o all’Agenzia delle Entrate,  o addirittura il caso dei dipendenti sequestrati a mano armata in una sede delle Entrate in provincia di Bergamo.

La realtà delle scelte politiche, al di là degli ormai triti proclami, è di fatto ben diversa: negli ultimi 10 anni il personale del fisco è stato ridotto del 15% e per l’Agenzia delle Entrate sono 58 le sedi candidate alla chiusura.Intanto Il supercommissario Cottarelli annuncia altri 32 miliardi di tagli alla spesa dello stato, tasse apparentemente cancellate rispuntano sotto mentite spoglie e rispunta anche l’ipotesi condono, un pugno dritto in faccia sia a chi paga le tasse, sia a chi lavora affinché tutti le paghino.

I contribuenti italiani sono inoltre preda del terribile sospetto che la pressione fiscale, giunta ormai al 44% (fonte Bankitalia), non solo non si arresterà su questa soglia ma non servirà più a pagare la Sanità, la Scuola o la Ricerca pubblica. Sull’altare del pareggio di bilancio, ormai inserito nella Costituzione, stiamo sacrificando risorse con cui potremmo invece intervenire, tanto per dirne una, a sostegno di quei 3 milioni di disoccupati rilevati quest’anno dall’Istat.

Di essere virtuosi “ce lo chiede l’Europa”. Ma non sarà giunta l’ora (e se non ora, quando?) che almeno l’informazione pratichi un esercizio di virtù, contribuendo a far “uscire dal sommerso” almeno le battaglie dei lavoratori del fisco?

È un mondo molto, molto strano...

Memorie inconfessabili. 4 – Aiuto, gli esattori!

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