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Venerdì, 29 Marzo 2024
Curarsi mangiando

Curarsi mangiando

A cura di Francesco Garritano

Trattare la fibromialgia: alimentazione, integratori e come gestire l'infiammazione

Innanzitutto, come alcuni tra voi che mi seguono già sanno, la fibromialgia è una patologia molto complessa: differenti sono gli studi in merito, potrebbe essere classificata come una patologia reumatica ma anche infiammatoria ma in realtà non è né una patologia reumatica in senso stretto né una patologia infiammatoria; potrebbe essere definita anche una patologia autoimmune in quanto ha caratteristiche tipiche delle malattie autoimmuni ma non possiamo nemmeno definirla tale, infine, ultimi studi la hanno classificata anche come patologia mitocondriale: gli studi che vengono fatti in merito sono numerosi.

Uno studio molto recente ha dimostrato che l'infiammazione può rientrare tra le cause del dolore che caratterizza le persone con fibromialgia: visti gli studi secondo i quali l'infiammazione è presente nei pazienti con fibromialgia e secondo i quali il dolore è causato dalla stessa  infiammazione sono stati presi in considerazione i livelli di VES e PCR (2 marcatori di flogosi) e BAFF e PAF iniziali, i quali sono risultai positivi nei pazienti fibromialgici. Prova ne è il fatto che i pazienti con fibromialgia, che tratto in studio, nel momento in cui si sottopongono al test che valuta il livello di citochine pro-infiammatorie BAFF e PAF, queste risultano essere elevate.

Pertanto, l’alimentazione che io propongo è personalizzata e si basa sui principi della dieta anti-infiammatoria che ho ideato per le patologie autoimmuni. Questa ha come obiettivo quello di far fluire bene la leptina mediante l’assunzione di cibo di qualità in quantità, il giusto apporto di proteine e il movimento. Proprio per la sua capacità di far fluire bene la leptina i principi su cui si basa la dieta anti-infiammatoria possono essere definiti degli alleati delle persone con fibromialgia: uno studio del 2013, infatti, ha dimostrato che nei pazienti con fibromialgia i livelli di leptina sierica sono ridotti e questa diminuzione è correlata alla gravità dei sintomi.

Il metodo che propongo per il trattamento della fibromialgia si basa su un protocollo ben preciso. Da tempo oramai mi occupo di prevenzione e trattamento delle malattie croniche.

Trattamento fibromialgia: la dieta

Si basa su alcuni punti cardine, di cui vi parlerò in questo articolo. Innanzitutto, consiglio di praticare moderata attività fisica ma cercando di non stressare in modo importante i mitocondri per la produzione di energia, al fine di non danneggiare ulteriormente il mitocondrio malfunzionante, e di praticarla solamente dopo aver corretto la funzionalità mitocondriale e l’equilibrio acido-base.

Dall’anamnesi spesso emerge che le persone con fibromialgia hanno fatto, in passato, diete ipocaloriche oppure diete con l’esclusione di grandi categorie alimentari oppure, ancora, abbuffate di cibi che non danno nutrimento ma che, invece, infiammano molto come ad esempio le farine raffinate e gli zuccheri. Proprio per ridurre l’infiammazione, quindi, bisognerà preferire il pesce rispetto alla carne rossa, il cui consumo dovrà essere ridotto in quanto è un alimento pro-infiammatorio; bisogna eliminare gli zuccheri, i dolcificanti e le farine raffinate, che, stimolando la secrezione di insulina, un ormone pro-infiammatorio, peggiorano così lo stato di infiammazione. Nelle persone con fibromialgia è fondamentale mantenere la calma insulinica con l’assunzione di cibi integrali; è necessario eliminare i prodotti industriali, ricchi di conservanti e contenenti glutammato, il glutine, la cui eliminazione nelle persone fibromialgiche con gluten sensitivity ha portato a miglioramenti della sintomatologia, ma anche per la presenza, nelle persone con fibromialgia, di alterata permeabilità intestinale e i latticini sia per la presenza del glutammato sia per la loro capacità di acidificare l’organismo.

Ma ogni tipo di alimentazione deve essere personalizzata

La dieta da seguire è una dieta alcalinizzante in grado di ristabilire l’equilibrio acido-base dell’organismo, per cui è molto importante l’assunzione di frutta e verdura fresca, frutta secca, cereali integrali e acqua alcalina. Queste sono linee generali su cui si basa il mio protocollo alimentare, ci tengo a precisare, però, che ogni tipo di alimentazione deve essere personalizzata e che è fondamentale essere seguiti da una persona esperta in nutrizione che sappia guidarvi e che in base ai sintomi possa pian piano reintrodurre alcuni alimenti come ad esempio quelli contenenti glutine. Inoltre, anche l’acqua risulta coinvolta nella percezione del dolore, per cui è consigliabile mantenere una corretta idratazione.

I problemi metabolici relativi alla fibromialgia ostacolano l’assimilazione dei carboidrati; inoltre, questi, attraverso alcune loro componenti, possono provocare fastidio alla parete intestinale, acutizzando le manifestazioni patologiche da autoimmunità. La dieta deve essere quindi povera in carboidrati e ricca in proteine ma specialmente in grassi, nota come Low Glycemic and Insulinemic Diet (LOGI), con le seguenti proporzioni:

  • 50-60 % grassi
  • 20-30 % proteine
  • 20 % carboidrati
  • Banditi totalmente i dolci
     

Fibromialgia e integratori

È stato dimostrato come nella fibromialgia ci sia la tendenza al depauperamento delle scorte dei micronutrienti, come le vitamine B (soprattutto la vitamina B12), oligoelementi e minerali come magnesio, selenio, zinco, rame, carnitina, coenzima Q10, enzimi protettivi antiossidanti, glutatione e altri. In particolare, consiglio l’assunzione di integratori principalmente del complesso delle vitamine B, come miglioramento per il metabolismo fiacco dei mitocondri. Inoltre, alcuni tra questi quali carnitina, coenzima Q10, acido alfa lipoico e alcune vitamine liposolubili sono essenziali per migliorare lo stress ossidativo e nitrosativo che si genera nel paziente fibromialgico, contribuendo ulteriormemte nella catena respiratoria e in diverse tappe del metabolismo energetico essendo alcuni tra questi micronutrienti importanti cofattori;

Per compensare la ridotta assunzione di carboidrati è consigliato usare dei sali basici, o addirittura infusioni basiche nelle situazioni più importanti, per contrastare l’acidificazione nell’organismo che si viene a generare dall’assunzione di grassi e proteine che genererebbero acido lattico in eccesso dal loro metabolismo;

Come gestire l'infiammazione 

Rilassamento e terapia fisica sono essenziali per il recupero dell’energia. Il rilassamento muscolare progressivo di Jacobsen, le tecniche di respirazione terapeutica e la meditazione, così come la terapia ipossica intermittente (IHT), in cui si alternano fasi di ipossia e iperossia, e la terapia biofotonica con laser sono essenziali per aumentare e rigenerare la funzione mitocondriale perduta.

Sono ovviamente consigliati bagni termali, massaggi, fanghi;

Eliminazione di sostanze chelanti e fattori inquinanti, metalli pesanti, che accentuano le disfunzioni mitocondriali. Ciò si ottiene direttamente allontanando il soggetto dall’esposizione a tali agenti inquinanti (frequentando ambienti quanto più puri e puliti, evitando il contatto diretto con essi, prestando attenzione ai cibi e all’alimentazione).

L’eliminazione di fattori di disturbo include anche lo spegnimento di focolai infettivi o di flogosi che possono incrementare ulteriormente lo stress cellulare (e quindi mitocondriale) e l’acutizzazione della fibromialgia.

Vi ricordo che la salute parte sempre da come vi comportate con il vostro corpo, con voi stessi, e vi invito a non esitare a modificare il vostro stile di vita rivolgendovi alla figura dello specialista, del biologo nutrizionista, per trattare questa malattia che può compromettere in modo significativo la qualità della vostra vita.
 

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