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Giovedì, 25 Aprile 2024
Curarsi mangiando

Curarsi mangiando

A cura di Francesco Garritano

Dieta e stile di vita, le giustificazioni continue per non stare in salute!

Quanto conta, da 1 a 10, la motivazione in un cambiamento? Direi 15! Il voler cambiare veramente stile di vita con intensa convinzione non è di tutti, anzi, sono tanti i pazienti che si scoraggiano già dal primo giorno, rimandando a chissà quando, magari “a lunedì prossimo”. Ma cosa serve per raggiungere i propri obiettivi? Leggiamo l’articolo per saperne di più.

Dieta = restrizione

Ogni giorno nei miei studi, ormai sparsi in tutta Italia, incontro gente diversa caratterizzata da differenti modi di fare, gusti, pensieri, a volte anche strani, sull’alimentazione. Tutti mi chiedono di voler mangiare meglio per perdere quei chili in più o per migliorare sintomi che impediscono le normali attività quotidiane, ma quante di loro sono in grado di portare al termine il percorso imparando qualcosa dallo stile di vita che spiego ad ogni controllo? Non tutti, purtroppo.
Il concetto di dieta è stato ormai classificato come restrizione ed anche se spiego che non è così, la gente continua a crederlo. È strano, ma è capitato, che si rivolgessero a me persone con una forte convinzione a dimagrire, volendo scegliere loro stessi il piano alimentare da seguire, ovviamente ipocalorico, prevedendo a colazione solo due fette biscottate non integrali con latte scremato, “perché Dottore se io mangio troppo non dimagrisco”, però magari come spuntino uno snack ai cereali caramellati con cioccolato doveva essere di obbligo. Ciò che succede in questi casi al pazienti è il crearsi una corazza per difendersi dalle novità che si propongono: se gli sta bene accetta, altrimenti continuerà a fare ciò che ha sempre fatto; non si tratta di una giustificazione, ma di un ostacolo, la zona di comfort di cui parlavo nel precedente articolo, che bisognerà rompere o scavalcare per portare il paziente sulla strada giusta e convincere il paziente che è proprio mangiando poco che non vi è attivazione metabolica e non si dimagrisce.

Le giustificazioni

Anche nel mio libro “Il dimagrimento parte dalla testa” ho parlato di giustificazioni e abbandoni della dieta, poiché si tratta di un problema reale e diffuso. Durante l’anamnesi al paziente si capisce già se quella persona è motivata a continuare o se rischia di lasciar perdere tutto e me ne accorgo quando arriviamo all’argomento “attività fisica”. Appena sentono questa parolina magica e cominciano ad irritarsi, come se avessi proposto un farmaco pesante, o agitarsi dicendo di non disporre del tempo per farla, significa che non hanno capito che senza movimento il metabolismo non si attiva e resteranno in sovrappeso o perderanno massa muscolare, restando deperiti e non belli tonici; dopo la mia spiegazione c’è chi ammette di avere una concezione sbagliata, chi, invece, continua sulla sua strada e non si presenterà al prossimo controllo, non seguendo neanche il piano alimentare. 

Non parliamo poi delle condizioni atmosferiche che bloccano ogni buona abitudine; “Dottore ha piovuto tutta la settimana, non ho fatto attività fisica”, eppure i telegiornali dichiarano che rispetto agli anni precedenti le piogge sono scarse ed i fiumi ne risentono, dove vivrà mai questa signora? Ma comunque queste restano sempre giustificazioni poco concrete, perché se proprio non possiamo iscriverci in palestra, possiamo ricorrere ad un tapis roulant o ad una cyclette in casa, oppure fare degli esercizi scelti su You Tube, di diverse intensità in base alle esigenze. Invece, no, manteniamo le distanze da tutto ciò che può farci solo del bene.

Le altre giustificazioni riguardano le feste, che sono continue disturbatrici emotive. Si inizia da Natale compreso il Capodanno a lasciarsi andare, per poi finire a maggio, quando anche i cagnolini vanno sui viali a correre per affrontare la prova costume: prima carnevale, poi Pasqua (come si fa a dire di no alle uova di Pasqua?!), poi le scampagnate del 25 aprile e del 1° maggio, arrivando all’estate in cui tutti vogliamo essere in forma e con il fisico perfetto. Come se il mangiar bene tutto l’anno non garantisse questi risultati, invece no, ci riduciamo all’ultimo momento.
Infine, un ruolo rilevante nell’abbandono delle diete e delle giustificazioni, è la famiglia. Se il proprio marito o i figli non sono d’accordo con la decisione presa dalla moglie/mamma e decidono di complicarle la vita facendole preparare differenti piatti ad ogni pasto, la percentuale di rischio di abbandono diventa molto alta, perché la persona non si sente sostenuta e probabilmente non ha neanche tempo a sufficienza per garantire un pasto completo per tutti.

È sempre questione di testa

Il problema lo sappiamo già dove si trova, tutto parte dalla testa! Se non siamo convinti di voler cambiare perché siamo troppo comodi per come stiamo, allora il nostro stile di vita resterà sempre quello e non miglioreremo le condizioni di salute. Come ho scritto nel mio libro, “a costruire la motivazione ci sono tre componenti essenziali: l’attivazione, la persistenza e l’intensità. L’attivazione si basa sulla decisione a dar vita ad un determinato comportamento, ovvero lo start che dà il via al cambiamento; la persistenza, invece, significa mantenere lo sforzo fino a raggiungere l’obiettivo, in modo continuo e resistendo a qualsiasi ostacolo; infine, l’intensità di attivazione corrisponde alla forza di volontà, al vigore e alla concentrazione impiegati nel raggiungimento dell’obiettivo, cioè quanto veramente ci si vuole arrivare.”

Solo possedendo queste tre caratteristiche non ci fermerà nulla, né la pioggia, né le feste, né la famiglia contro, ma saremo in grado di raggiungere l’obiettivo senza difficoltà e con la voglia di sentirci diversi ed in salute.
 

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