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Venerdì, 19 Aprile 2024
Curarsi mangiando

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A cura di Francesco Garritano

Disbiosi, cosa c'è da sapere sull'alterazione dell’asse fegato-intestino

L’asse fegato-intestino, di cui vi ho parlato anche in un precedente articolo, non è soltanto coinvolto nelle problematiche legate alla tiroide, ma anche condizioni come la disbiosi intestinale possono provocarepatologie epatiche.

Asse intestino-cervello

Sappiamo che l’intestino viene anche definito il nostro secondo cervello ed ha acquisito sempre più importanza negli ultimi anni poiché sembra che è proprio dal microbiota che possono originare patologie di vario tipo e di diversa entità. Il mantenimento di una buona salute intestinale è diventato anche undicesima regola della dieta GIFT, il metodo alimentare che propongo ai miei pazienti, appunto perché un organismo in salute gode di una flora batterica intestinale in equilibrio e di un intestino integro.

Asse intestino-fegato

Parlare dell’asse intestino-fegato, invece, è raro ma anche nelle funzionalità epatiche questo importantissimo distretto è coinvolto. A dimostrarlo è uno studio recente, pubblicato su Nature ReviewsGastroenterology&Hepatologyche dimostra la correlazione fra patologie epatiche e disbiosi intestinale. Disbiosi, come dice la stessa parole, è la perdita dell’eubiosi, quindi la mancanza di equilibrio fra i batteri del microbiota intestinale. Inoltre, in caso di disbiosi, come abbiamo spiegato tempo fa parlando di leakygut, aumenta la permeabilità intestinale e le sostanze possono attraversare la barriera intestinale compromessa arrivando in circolo attivando il sistema immunitario, i recettori immunitari epatici (TLR4, TLR9, TLR2) che riconoscono le sostanze estranee, provocando una reazione infiammatoria che potrebbe causare anche fibrosi epatica.

Le vie tramite le quali comunicano intestino e fegato sono tre: il tratto biliare, la vena porta e la circolazionesistemica. Ma come agisce la disbiosi in questi distretti?

  • Il tratto biliare è quello percorso dagli acidi biliari che permettono maggiore emulsione dei grassi, consentendone la digestione, ma in caso di disbiosi questi subiscono un’alterazione per cui le percentuali di quelli riassorbiti nell’ileo e ritrasportati al fegato o di quella non coniugata che ritorna al fegato sono sbilanciate;
  • La vena porta, che invece è coinvolta nel trasporto di sostanze intestinali, in caso di disbiosi e di permeabilità intestinale, trasporta sostanze diverse dai soliti macronutrienti, per cui queste giungono al fegato e causano infiammazione e danno epatico;
  • La circolazione sistemica o sanguigna, invece, è quella che permette la comunicazione fra i diversi distretti dell’organismo, quindi anche fra intestino e fegato.

Patologie epatiche e microbiota

Ma quali sono le patologie epatiche che possono essere causate da una disbiosi intestinale? La steatosi non alcolica (NAFLD), ad esempio, si presenta con una grave disbiosi intestinale, con aumento di Bacteroides e Ruminococus e diminuzione di Prevotella. Anche la steatosi alcolica è caratterizzata da disbiosi, presentando un aumento di Enterobacteriaceae e riduzione di Bacteroides e Lactobacillus, con maggiore predisposizione all’infezione da candida.  Anche la cirrosi e l’epatocarcinoma possono essere correlati al passaggio intestinale di sostanze in circolo che stimolano la risposta immunitaria epatica, generando fibrosi.

Conclusioni

Poiché abbiamo visto che la correlazione intestino-fegato è bidirezionale, bisognerebbe mantenere in buono stato di salute entrambi i distretti. Infatti, se il nostro intestino sta bene ma il fegato si ritrova ad avere un carico di lavoro elevato, potrebbe influenzare la digestione e l’equilibrio della flora batterica, lo stesso se l’intestino risulta permeabile ed il fegato si mantiene in salute: l’uno influenza l’altro. Eliminando zuccheri semplici, edulcoranti, farine raffinate e muovendoci costantemente si riuscirà a mantenere in equilibrio questo importante asse.

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