Fruttosio della frutta vs Fruttosio di sintesi: quali differenze?
Se ne sentono veramente di tutti i colori sull’assunzione della frutta nei soggetti che soffrono di diabete o di resistenza insulinica, però gli stessi, magari, per dolcificare utilizzano il fruttosio in bustine che si trova al supermercato. Ma allora qual è la verità su questi prodotti?
Fruttosio, una dolce molecola
Quando parliamo di zuccheri, si fa di tutta l’erba un fascio perché l’effetto che quasi tutti questi provocano all’interno del nostro organismo è uguale: innalzamento di glicemia ed insulinemia e dipendenza. In realtà esistono diversi tipi di zuccheri, tra i quali il fruttosio di cui parleremo, che ritroviamo legato al glucosio anche nel comune zucchero da cucina. I pazienti che ho incontrato negli anni hanno sempre avuto una paura assurda per la troppa frutta “dottore ma non è che troppa frutta fa male per gli zuccheri che contiene?”, però non esitavano neanche un attimo di fronte ad un bel caffè zuccherato più dolcetto. Beh, certo…sono proprio gli zuccheri della frutta a fare male, no? Il fruttosio lo ritroviamo in maggiori quantità nel miele, ma soprattutto nella frutta insieme al glucosio ed al saccarosio, per questo motivo spesso viene definito “zucchero della frutta”. Rispetto al glucosio, quando viene ingerito subisce un metabolismo diverso, poiché viene assorbito più lentamente lungo il tratto intestinale ma viene subito mobilizzato dal fegato: più ne mangiamo, più verrà trasformato in trigliceridi, acido urico, glucosio, ecc. perché la sua trasformazione non è bloccata da alcun feedback negativo. Ciò che varia è anche la risposta dell’insulina: infatti, se il glucosio causa una secrezione esagerata di insulina, il fruttosio no, poiché non ha bisogno di questa per entrare nelle cellule. Ecco perché spesso viene consigliato ai diabetici, ma è sbagliato. Ciò perché non dobbiamo pensare soltanto al meccanismo glicemia-insulinemia, ma anche ai famosi segnali di cui parlo sempre: la molecola di fruttosio è lo zucchero più dolce esistente in natura e quando viene ingerito invia la sensazione di dolcezza alla nostra centralina (ipotalamo) per cui questa risponderà come se si trattasse di uno zucchero come il glucosio, generando una continua voglia di zuccheri semplici e carboidrati raffinati; inoltre, studi dimostrano come il fruttosio consumato quotidianamente possa causare leptino-resistenza. È così salutare, quindi, consigliare il fruttosio ai diabetici? Direi proprio di no!
Fruttosio della frutta vs Fruttosio di sintesi
Il fruttosio di sintesi che ritroviamo al supermercato in bustine o in pasticche, che sia un derivato della frutta o meno, svolge le azioni appena descritte nel precedente paragrafo, per cui andrebbe eliminato dalla nostra alimentazione. Per quanto riguarda, invece, la frutta può essere consumata tranquillamente, sia da soggetti diabetici che non. Ciò succede perché questo alimento non contiene solo zuccheri, ma anche acqua, Sali minerali, vitamine, antiossidanti e, soprattutto, fibra. Quest’ultima a livello intestinale è in grado di formare una sorta di “trama” che rallenta l’assorbimento degli zuccheri nel sangue, inoltre, le azioni benefiche della frutta sono maggiori rispetto agli svantaggi. Se la nostra alimentazione è costituita da alimenti di qualità, adeguate porzioni di frutta e verdura, se eliminiamo completamente gli zuccheri semplici ed i carboidrati raffinati, prediligendo cereali integrali, il fruttosio della frutta non sarà un problema. Quando parlo di alimenti integrali non intendo i biscotti che troviamo al supermercato con la dicitura “biscotti integrali con ridotto contenuto di grassi”, poiché potrebbero nascondere come tutti gli altri prodotti di pasticceria il famoso sciroppo di Glucosio-Fruttosio (HFCS High Fructose Corn Syrup) prodotto a partire dall’amido di mais, che non ha certamente benefici. Quindi non abbiate paura di mangiare la frutta ma evitate ogni sostanza edulcorante, dal comune zucchero da cucina agli edulcoranti di sintesi.