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Giovedì, 18 Aprile 2024
Curarsi mangiando

Curarsi mangiando

A cura di Francesco Garritano

Infiammazioni da cibo: causa e cura

Se scegliamo di mangiare tutti i giorni pasta, pane, pollo, tonno, ecc. il nostro organismo rischia di diventare intollerante alla categoria alimentare di appartenenza di quell’alimento. Scopriamo perché.

Cosa si mangia oggi a pranzo? Nessun cambiamento, ciò che si mangiava ieri! È questo il modo di fare di tanti italiani che presi dalla fretta e dal lavoro, tornando a casa scelgono di mangiare la prima cosa che capita; che sia salutare o meno, questa può però provocare una risposta negativa del nostro organismo.

Secondo i principi della dieta GIFT, il pasto deve essere composto da tre tipi di nutrienti: carboidrati, proteine e fibre; sono solo tre ma comprendono numerosi cibi che possono essere scelti a colazione, pranzo e cena. Fra i carboidrati oltre a pasta e pane integrale di frumento, si trovano altri cereali integrali come l’amaranto, la quinoa, il grano saraceno, il riso, il farro, l’avena, ma anche non cereali come le patate ed i legumi; questi si prestano in diverse ricette, dalle insalate fredde alle zuppe di legumi e cereali in inverno, scegliendo quello giusto a seconda del tempo disponibile. Le proteine, invece, si trovano in alimenti come carne bianca e rossa, affettati, formaggi, pesce, uova e soia e possono essere abbinate con i carboidrati in un piatto unico o come secondo; infine, appartengono alla fibra tutti i vegetali e la frutta, che andranno scelti di stagione.

Le soluzioni possono essere differenti a seconda del tempo che abbiamo a disposizione o del luogo in cui decidiamo di mangiare: se ci troviamo fuori casa sarebbe meglio non mangiare sempre un panino con affettato e pomodoro, ma variare con piatti unici e freddi: un giorno una caprese con mozzarella, pomodoro e pane integrale, un altro un’insalata di farro e riso, con petto di pollo alla piastra e zucchine, oppure un’insalata di ceci con tonno e melanzane, avremo così un piatto GIFT gustoso, unico e veloce.

Perché mangiando sempre gli stessi alimenti si scatena un’intolleranza alimentare? Dobbiamo immaginare un grafico, con una linea basale che corrisponde allo zero ed un’altra linea parallela a questa che rappresenta la soglia; quando abitualmente mangiamo quel determinato alimento, l'accumulo di più stimoli dello stesso gruppo alimentare può causare il raggiungimento della soglia, con conseguenti stimoli simili a quelli provocati in caso di allergia di tipo IgE, anche se in questo caso si tratta di IgG. Sono stati individuati finora 7 gruppi di riferimento: frumento, glutine e cereali correlati, latticini, lieviti e prodotti fermentati, prodotti ad alto contenuto di sale, nichel, salicilati naturali e oli cotti.

Facendo un esempio pratico con la categoria dei lieviti, se un soggetto mangia ogni giorno a colazione fette biscottate con miele, a pranzo pane, mozzarella e funghi, a cena gli avanzi del pranzo ed uno yogurt, la probabilità che si scateni un’intolleranza nei confronti di questa categoria è altissima.

È importantissimo saper riconoscere le varie categorie alimentari e collocarvi all’interno i cibi che preferiamo mangiare e che consumiamo sempre, una volta superato questo step bisognerà far attenzione a non assumerli ogni giorno, magari mangiandoli qualche volta a settimana. Se leggendo questo articolo è sorto il dubbio che possiate essere intolleranti a qualche alimento, è possibile effettuare nel mio studio il test Recaller, che permetterà di recuperare l’intolleranza seguendo precisi schemi di rotazione, in modo da non eliminare totalmente quella determinata categoria di alimenti, ma farla ruotare per ripristinare l’omeostasi corporea ed allontanare l’infiammazione da cibo. 

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