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Venerdì, 19 Aprile 2024
Curarsi mangiando

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A cura di Francesco Garritano

Malattie autoimmuni, ma non solo: cosa c’è da sapere su quelle disimmuni

Parliamo spesso di malattie autoimmuni, ma se vi parlo di quelle disimmuni, quanti tra voi conoscono questo gruppo di patologie? Sono rare, non molto comuni, ma hanno anch’esse un collegamento importante con l’autoimmunità e come tali devono essere riconosciute e trattate in tempo. Buona lettura!

Malattie disimmuni: cosa sono

Non sono facili da diagnosticare e neppure da riconoscerle: oggi parliamo delle malattie disimmuni.
Ci sono persone, non solo adulti ma anche giovani, le quali diventano depresse, accusano dolori particolari, sofferenze psichiche e somatizzano particolari condizioni in maniera fortemente amplificata: potrebbe sembrare si tratti di una sindrome da somatizzazione, di ipocondria, ma a volte non è proprio così, si tratta di altro.
Innanzitutto, cosa sono le malattie disimmuni? Sono quegli stati di malattia in cui il sistema immunitario del paziente, pur funzionando, non lo fa come dovrebbe poiché è distratto da un evento patologico remoto.
Voglio porvi un esempio per facilitarvi la comprensione: prendiamo l’esempio di un giovane ragazzo,  che improvvisamente, nel pieno nella sua gioventù sportiva e non solo, comincia ad avvertire dolori forti nella zona cardiaca; potrebbe sembrare un evento grave, allarmante. Allora si va ad indagare la storia patologica: si vede che sia il padre sia alcuni suoi familiari hanno avuto importanti problemi cardiaci: la prima cosa a cui pensare è indagare sull’eventualità di una ripercussione genetica in merito ad un problema imminente all’apparato cardiovascolare. Se’ all’indagine clinica, non si effettua diagnosi di malattia cardiaca, la prima cosa che si tende a pensare è che si tratta di un problema di tipo psichiatrico, poiché il paziente non ha nulla. Il soggetto tende ad isolarsi, ad andare in depressione, a demoralizzarsi, non viene creduto in quanto non ha nulla. Tuttavia, c’è qualcosa che può essere presente alla base. E’ questo che fa la differenza tra la medicina classica e la medicina di segnale: si va oltre ai semplici sintomi e i dati di laboratorio: si studia il soggetto in toto, si ascolta la sua storia patologica, il suo excursus. Per esempio, se proprio questo giovane da piccolo ha avuto l’Herpes Virus della varicella, alcuni elementi del patogeno sono rimasti nella memoria immunitaria e nell’organismo, come ben si sa dalla microbiologia clinica; se, in età più tardiva, il soggetto ha avuto un particolare condizionamento della salute dovuto, ad esempio, da una bronchite, da un batterio patogeno particolare, questo può indurre ad alcune conseguenze importanti.
Dalmomento in cui usciamo dal grembo materno, siamo immersi in un ambiente che contiene numerosi batteri, virus, contaminanti, interferenti endocrini, metalli pesanti, ecc., i quali possono indurre il sistema immunitario a rispondere in maniera diversa e soggettiva.
Disimmune vuol dire, quindi, che è stata presente una risposta del sistema immunitario in modo non ordinario, evidentemente sovraccaricato più del normale . Questo è un excursus che può portare poi alla malattia autoimmune. Si può avere un risveglio di un virus che dà dolori nevritici, come nel caso della varicella da herpes, solo che non ci sono le manifestazioni classiche del fuoco di Sant’Antonio: il virus rimane silente finché il sistema immunitariolo mantiene fermo; quando questo si distrae, ovvero causa una manifestazione disimmune, il patogeno ritorna fuori creando delle confusioni, attacca le nostre strutture, anche se non dà i sintomi completi della sua presenza: se poi non trattata in tempom, questa manifestazione disimmune può portare ad una distrazione ancora più significativa del sistema immunitario, il quale non capisce più quale sia il reale obiettivo da attaccare, e si giunge all’autoimmunità, rappresentata da artrite reumatoide, tiroiditi, neuropatie, fibromialgia, fino ad arrivare alla sclerosi multipla, ecc.

Quali sono i fattori che possono indurre ad una manifestazione disimmune e come diagnosticarla?

Le cause che possono scatenarla sono:
 

  • Ereditarietà genetica;
  • Età;
  • Stile di vita;
  • Infiammazioni da cibo;
  • Fumo e alcol;
  • Interferenti endocrini che possono scatenare la reazione del sistema immunitario: amalgame dentarie di piombo, ad esempio;
  • Agenti patogeni batterici e virali;
  • Epstein- Barr virus e Herpes virus
  • Cambiamenti ambientali
  • Traumi psico-fisici del soggetto
  • Diete drastiche

Il percorso di accertamento della diagnosi di neuropatia disimmune è spesso tortuoso e complesso. Come per ogni malattia rara è importante il rapido inquadramento diagnostico, ma soprattutto lo specialista immunologo deve avere una visione olistica della situazione, cercando di indagare a fondo su quali siano stati i fattori in grado di destabilizzare il sistema immunitario.

Come intervenire

L’approccio mediante lo stile di vita e l’alimentazione è quello che si è rivelato più importante ai fini della correzione del problema: è proprio attraverso il trattamento nutrizionale che si sono avuti i più importanti risultati con prognosi positiva riguardo numerose malattie su base disimmune, ed è per questo che sostengo fortemente che la nutrizione abbia un ruolo chiave centrale nel trattamento di queste ultime. Mangiando in modo corretto e seguendo i protocolli alimentari specifici per sostenere la corretta attività del sistema immunitario, si agisce a monte del problema e si ha un miglioramento non solo sui sintomi ma anche sul decorso patologico. Il miglioramento è dato dall’abbassamento del grado di infiammazione nel nostro organismo, che si può ottenere seguendo una dieta basata sull’eliminazione a rotazione di alcuni importanti gruppi alimentari: in questo modo, non si rischia di avanzare col problema disimmune in un’eventuale manifestazione autoimmune e si ripristina la condizione di salute nel soggetto.
Se la diagnosi è affidata in particolare allo specialista immunologo, il trattamento più efficace non è sicuramente l’approccio farmacologico, il quale non va ad agire a monte del problema, ma bensì è la correzione e la rieducazione dello stile di vita in ottica di rafforzamento delle difese immunitarie: il ruolo del biologo nutrizionista è così di fondamentale importanza.

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