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Venerdì, 29 Marzo 2024
Curarsi mangiando

Curarsi mangiando

A cura di Francesco Garritano

I micronutrienti (e non solo) indispensabili per la nostra salute

Ci soffermiamo sempre sul valore dei macronutrienti (carboidrati, proteine, grassi) ma mai su quello dei micronutrienti, che svolgono ugualmente importanti funzioni per il nostro organismo. Ma come verificarne il deficit con un unico test? Il Cell Wellbeing, test epigenetico, sembra essere uno dei migliori metodi, non invasivo, ma efficace. Leggete l’articolo per saperne di più.

Pochi, ma buoni

Quando parliamo di macronutrienti, intendiamo quelle molecole di cui il nostro organismo ha bisogno ma in maggiore concentrazione, rispetto ai micronutrienti che spesso sono poco considerati, ma che hanno importanti ruoli nel mantenimento dell’omeostasi corporea, pur avendone bisogno in minore misura. Questi sono le vitamine, i minerali e gli oligoelementi di cui il corpo ha bisogno in piccole dosi, necessari per produrre ormoni, enzimi e altre sostanze necessarie per processi metabolici come la crescita o la rigenerazione. La maggior parte sono micronutrienti essenziali, ovvero non possono essere prodotti dal corpo, perciò devono essere assunti tramite l’alimentazione.

Oltre a minerali e vitamine, sono sempre più importanti, per una società costantemente minacciata dallo stress ossidativo, gli antiossidanti, molecole per lo più presenti in frutta e verdura, in grado di bloccare l’azione dei radicali liberi. Fra questi vi sono i polifenoli, suddivisi in diverse categorie, a seconda della struttura chimica, ed in grado di svolgere diversi ruoli quali il combattere l’invecchiamento cellulare contrastandone la morte, azione antinfiammatoria, anti-cancro e contrastare la formazione di placche ateromatose a livello delle arterie.

Avere una concentrazione adeguata di questi componenti significa fornire al nostro organismo gli elementi giusti affinchè il tutto possa funzionare correttamente. Se il corpo si ritrova carente di vitamine o minerali, ad esempio, si verificano cali di energia, patologie autoimmuni, patologie dell’apparato gastroenterico o cardiovascolare. Infatti, nel caso di due patologie che sto approfondendo, la tiroidite di Hashimoto e la fibromialgia, il deficit di selenio e zinco, ad esempio, possono comportare nel caso della tiroidite una mancata conversione dell’ormone T4 a T3, poiché sono cofattori dell’enzima desiodasi, mentre nel caso della fibromialgia il deficit di zinco o di magnesio comporta una mancata regolazione del recettore NMDA, il principale recettore del glutammato implicato nell’eccitotossicità e nell’insorgenza del dolore.  Infine, una carenza di antiossidanti causa una mancata difesa dai radicali liberi, che ci minacciano quotidianamente, causando morte cellulare e danneggiamento della cellula, che potrebbe provocare anche l’insorgenza del cancro.

Essenziali, ma macro 

Fra i macronutrienti essenziali, invece, è importante menzionare gli amminoacidi. Infatti, le proteine che noi ingeriamo tramite il cibo, per essere utilizzate, devono essere idrolizzate, ovvero divise in tante piccole subunità che sono gli amminoacidi. Fra questi vi sono alcuni essenziali, che quindi non possono essere sintetizzate dal nostro organismo ma devono essere fornite tramite la dieta.

Soprattutto fra gli sportivi vi è l’abitudine di assumere proteine per aumentare la massa muscolare, ma è importante che tutti gli amminoacidi essenziali siano assorbiti affinchè si possa procedere alla sintesi proteica. Ad esempio, l’amminoacido che ha più influenza sulla sintesi proteica è la leucina, che tramite l’attivazione di mTor e dell’insulina permette l’incremento di massa muscolare. Si tratta di un amminoacido chetogenetico, che quindi può essere utilizzato all’occorrenza per la sintesi di corpi chetonici. Infatti, se gli amminoacidi che assumiamo tramite la dieta sono abbastanza, abbondare con le proteine non serve se non ad aumentare la produzione di acetil-CoA o acetoacetato. Ecco perché non serve assumere proteine in supplemento se già la nostra dieta prevede adeguate quantità di proteine di buona qualità o di alto valore biologico.

Mentre, se un individuo fa una dieta basata prettamente su carboidrati e verdura, sicuramente non gli mancheranno antiossidanti, ma proteine per mantenere il tono muscolare o incrementarlo e presenterà la tipica composizione demuscolata.

Il test epigenetico, il test valido

Per verificare le carenze dell’organismo il test più efficiente al momento è il test epigenetico, un test semplice e non invasivo che consiste nel prelevare qualche ciocca di capelli, che verrà analizzata tramite uno scanner che invierà il segnale ad Amburgo, questo verrà elaborato ed analizzato e ci darà le informazioni riguardanti sia le carenze di nutrienti, quali minerali, vitamine, antiossidanti, amminoacidi essenziali, acidi grassi omega 3, 6 e 9, ma anche se si ha un accumulo di metalli pesanti o di interferenze di frequenza, causate dall’uso costante di telefonini, pc, wi-fi, ecc.

In seguito al test saranno indicati anche alcuni alimenti che dovranno essere eliminati per 90 giorni, per detossificare l’organismo, gli additivi alimentari da evitare e sarà redatto un piano alimentare adeguato alle proprie esigenze. È importante sottoporsi a questo tipo di test soprattutto quando si soffre di patologie infiammatorie o autoimmuni, come ad esempio la tiroidite di Hashimoto, poiché gli interferenti ed i metalli pesanti possono peggiorare le condizioni patologiche, pur seguendo una terapia farmacologica. La migliore scelta, prima di prendere dei provvedimenti, è indagare sulle cause e sulle deficienze che l’organismo possiede, per poi agire tramite trattamento nutrizionale.

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