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Venerdì, 19 Aprile 2024
Curarsi mangiando

Curarsi mangiando

A cura di Francesco Garritano

Ho già una malattia autoimmune, potrebbero svilupparsene altre?

E’ possibile che un soggetto affetto da tiroidite di Hashimoto possa soffrire di un’altra malattia autoimmune? Uno studio recente dice la verità, testa che le malattie autoimmuni tendono a colpire la stessa persona con patologie diverse. Buona lettura.

Malattia autoimmune o malattie autoimmuni?

Spesso i miei pazienti in studio, ma anche alcune persone che mi hanno fatto domande durante alcuni programmi televisivi in cui sono intervenuto, mi hanno chiesto: “Dottore, ma è possibile poter ammalarsi di ulteriori malattie autoimmuni se già sono affetta dalla tiroidite di Hashimoto?”, oppure “Dottore, sono fibromialgica, ma ho sentito dire che se non tratto in tempo la patologia autoimmune, potrei incorrere nel rischio di averne addirittura altre. E’ possibile?”.

La causa delle malattie autoimmuni la ritroviamo in errori presenti nel sistema immunitario, il quale inizia ad attaccare cellule sane dei tessuti anziché le cellule nocive degli ospiti o tossine e sostanze negative: una delle malattie autoimmuni (https://www.francescogarritano.it/nutrizionista/malattie-autoimmuni-e-infiammazione-il-legame/ ) più note e frequenti è la tiroidite di Hashimoto che si manifesta con sintomi che variano dall’ipotiroidismo all’ipertiroidismo, ma può anche decorrere senza evidenti sintomi.

Malattie autoimmuni: la verità che nascondono

I soggetti affetti da tiroidite di Hashimoto hanno un rischio 5 volte maggiore di contrarre altre malattie autoimmuni.

Un recente studio afferma che i pazienti con la suddetta tiroidite autoimmune rischiano di sviluppare nel corso del tempo ulteriori malattie autoimmuni in misura maggiore rispetto alle persone non colpite da tiroidite autoimmune. Le malattie autoimmuni sono state rilevate nel 19.5% dei pazienti con tiroidite autoimmune, e solo nel 3.9% dei controlli. In sostanza, una tiroidite autoimmune conferisce un rischio 5 volte maggiore di sviluppare ulteriori patologie autoimmuni oltre alla tiroidite.

Le principali malattie autoimmuni che possono associarsi alla tiroidite di Hashimoto sono il diabete mellito tipo 1, la celiachia, la gastrite cronica autoimmune, la vitiligine, l’artrite reumatoide, la polimialgia reumatica, la malattia di Sjögren, la sclerosi multipla, il lupus eritematoso sistemico, la sarcoidosi.

Si può anche ragionare a ritroso per comprendere se si è affetti da tiroidite di Hashimoto: per esempio, tutti i pazienti che hanno il diabete di tipo 1 periodicamente devono sottporsi ad alcuni test per valutare la funzionalità tiroidea e l’eventuale formazione di anticorpi antitiroidei, soprattutto i bambini con diabete di tipo 1.
Anche i pazienti che hanno malattie reumatologiche autoimmuni, come la fibromialgia, dovrebbero essere periodicamente valutati per cogliere la presenza di una tiroidite autoimmune, così come i pazienti con le altre patologie autoimmuni (https://www.francescogarritano.it/nutrizionista/malattie-autoimmuni-e-infiammazione-il-legame/ ) più frequentemente associate alla tiroidite.

Importanza dell’epigenetica e dei controlli periodici

La presenza di specifici sintomi, risultati di laboratorio e familiarità costituiscono degli elementi importanti per la ricerca di altre malattie autoimmuni nei soggetti affetti da tiroidite di Hashimoto soprattutto in coloro i quali presentano una predisposizione genetica a sviluppare fenomeni di autoimmunità.

Effettuare alcuni test epigenetici per la prevenzione di alcune malattie autoimmuni risulta uno strumento di utile indagine ma che tuttavia aiuta poco per  quanto riguarda la risoluzione al problema in sé.

In un soggetto con familiarità positiva  alle malattie autoimmuni è necessario effettuare uno screening completo dell tiroide (ecografia, test sulla funzionalità, esami del sangue) per accertarsi che non sia in corso una malattia autoimmune (https://www.francescogarritano.it/nutrizionista/malattie-autoimmuni-e-infiammazione-il-legame/ ), a meno che non inizino a comparire dei sintomi, quali ad esempio la facile stancabilità, la difficoltà di concentrazione, la stipsi, l’intolleranza al freddo: allora la familiarità della malattia ci aiuta a capire ed intervenire  subito per confermare l’eventuale quadro clinico.

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