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Giovedì, 28 Marzo 2024
Curarsi mangiando

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A cura di Francesco Garritano

Tiroide di Hashimoto: raffronto tra medicina di segnale e medicina tradizionale

Le patologie autoimmuni sono manifestazioni cliniche in cui il nostro organismo si rivolge contro le proprie cellule, i propri tessuti, mediante una destinazione anomala del sistema immunitario che riconosce come bersaglio clinico le componenti stesse del proprio organismo anziché elementi estranei ad esso. La tiroidite di Hashimoto ne è la prova, dove gli anticorpi anti-Tg e gli anticorpi anti-TPO aumentano in modo smisurato attaccando alcune componenti importanti della ghiandola stessa modulandone non solo la funzionalità ma anche la struttura.

Io, come professionista di segnale, di fronte a tali manifestazioni cliniche mi propongo di agire a monte, ricercandone le cause e i meccanismi d’azione del danno patologico anziché agire a valle del problema, considerando in modo freddo e meccanico i sintomi e le manifestazioni finali. La medicina di segnale si basa sullo studio delle risposte ormonali, ipotalamiche, mediante gli effettori endogeni (molecole di segnale) di cui il nostro organismo si serve per mediare una determinata risposta fisiologica o fisiopatologica.

Quando nella tiroidite di Hashimoto sono presenti Ab anti TPO e Ab anti TG in valore elevati, devo capire quali sono le cause a monte di questa manifestazione: bisogna vedere se sono dovuti a un iperdosaggio di farmaco o ad un farmaco che non doveva essere introdotto, ad un’anomala somministrazione di levotiroxina (ricordando che la levotiroxina non abbassa gli anticorpi). Quindi prendo in considerazione i sintomi che analizzo all’anamnesi, valuto se ci sono noduli, prendo in considerazioni differenti fattori per capire il modo e perché si alzano questi anticorpi. La domanda che mi sorge è:questi anticorpi si innalzano per proteggere la tiroide o meno? Si può trattare sempre di una causa difensiva oppure di una totale disregolazione del sistema immunitario?

Dopo aver escluso la causa difensiva, non mi baso solo sugli esami di laboratorio della medicina tradizionale. Per molti potrebbe infatti essere un meccanismo difensivo l’innalzamento degli anticorpi, per altri potrebbe non esserlo; devo agire a monte su questo problema, sull’infiammazione, mediante l’alimentazione, lo stile di vita, la sedentarietà. Ma dopo un’attenta anamnesi il mio pensiero ritorna all’infiammazione, ovvero al motore “che ha innescato” il sistema immunitario e che ha permesso l’innalzamento degli anticorpi. Le cause che hanno scatenato tutto ciò sono tante, ma questa povera ghiandola ha subito un attacco autoimmune, sta soffrendo. Quindi, come poter aiutare la persona a “guarire” la tiroidite di Hashimoto mediante l’alimentazione? Si può guarire veramente?

Innanzitutto, dalla patologia sappiamo che può insorgere un danno anatomico (strutturale) ed uno funzionale: se rimuovo le cause e il danno anatomico è blando e la funzionalità della ghiandola è ancora intatta, parlerò di regressione della malattia, in cui si mantiene basso lo stato dell’infiammazione e si ha, quindi, la rimozione della causa che ha scatenato il tutto. Diverso è il caso in cui si ha un danno anatomico che ha destabilizzato la funzionalità della ghiandola: in quel caso, è più difficile intervenire.

L’aspetto che interessa allo specialista di segnale è far scendere l’infiammazione che attiva il sistema immunitario, e quindi far diminuire gli anticorpi in circolo. Si fa scendere l’infiammazione con uno stile di vita corretto, con un’alimentazione mirata a trattare il danno patologico in corso, modulando le abitudini quotidiane cercando di evitare tutto ciò che può essere causa di infiammazione. Ricordo ancora che come specialista di segnale, collaborando con il mio collega dott. Luca Speciani, mi interessa capire a monte le cause (difensive, ecc) e far abbassare l’infiammazione, e non attenermi subito ai dati di laboratorio e intervenire senza ben capire cosa ci sia a monte.

Numerosi sono i fattori pro -infiammatori che inducono una modulazione del sistema immunitario contro la nostra tiroide: uno tra questi ricordo essere la sindrome da Leaky gut, in cui una cattiva permeabilità intestinale induce il passaggio di sostanze indesiderate al nostro organismo generando infiammazione e alterazione del sistema immunitario, con importante interessamento della tiroide. Processi come disbiosi intestinale, altre forme di malattie autoimmuni, sono fortemente ricollegabili all’interessamento autoimmune della tiroide, rappresentando quindi delle cause a monte di questo problema.

Se poi a monte mi rendo conto che c’è un problema difensivo, se si evidenzia che è stato sbagliato il trattamento farmacologico, si rimanda dallo specialista competente a fare una risoluzione con un approccio multidisciplinare per il problema ( come l’rT3 può essere un meccanismo difensivo per abbassare il metabolismo in occasioni di carestia, così anche la produzione di anticorpi tiroidei può essere scatenata in relazione a un fattore scatenante esterno).

Ci tengo a ripetere che la correzione dell’alimentazione e dello stile di vita sono il primo fattore da considerare per trattare un problema derivante da un organismo infiammato che scatena una risposta anomala del sistema immunitario, e solo correggendo questi fattori in questo modo si attenuerà lo stato infiammatorio, si regolarizzeranno gli assi metabolici e ipotalamici e si avrà anche una risposta positiva sulla modulazione del sistema immunitario.

Tiroide di Hashimoto: raffronto tra medicina di segnale e medicina tradizionale

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