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Venerdì, 19 Aprile 2024
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A cura di Gabriele Ferrieri

Aiuti alle imprese, ANGI: investire nell’innovazione grazie ai fondi del PNRR

L’Italia è in ripresa, con una domanda robusta attesa nella seconda metà dell’anno, man mano che la pandemia arretra, le vaccinazioni aumentano e le imprese tornano rapidamente a investire, a differenza di quanto avvenuto nelle due passate recessioni. Questo il messaggio del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco che stima una crescita del Pil italiano superiore al 4%, al pari di quello europeo (dopo un -6,6% nel 2020). Numeri che danno già un’idea del rimbalzo che l’Italia si appresta a vivere dopo un anno e mezzo di blocchi all’economia causati dal Covid.

Gli aiuti alle imprese restano un punto fondamentale per la tenuta della ripresa del Paese. Complessivamente nel 2020 crediti di imposta e contributi alle imprese e al lavoro autonomo hanno superato nel 2020 i 20 miliardi, uniti a differimenti e riduzioni di oneri fiscali per oltre 25 miliardi, per un totale di aiuti alle imprese pari a 45 miliardi. Sostegni che stanno proseguendo anche per l’anno corrente.

In questo contesto assume ancora più importanza investire sul fronte dell’innovazione. E tra i trend a maggior impatto quello dell’idrogeno resta uno di quello a maggior crescita, come dimostrano i numeri e i progetti in atto. Proprio in questi giorni, infatti, è stata annunciata la creazione di un polo nazionale di innovazione per le tecnologie dell’idrogeno per accelerare lo sviluppo del settore e contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici nazionali ed europei. La prima sede dell’Hydrogen Innovation Center sarà inaugurata a Modena, nell’ambito di un accordo di collaborazione tra Snam e l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. A quello emiliano si affiancheranno poi altri hub: uno con il Politecnico di Milano e uno oltreoceano, in collaborazione con una prestigiosa università degli Stati Uniti, che sarà realizzato entro la fine del 2021.

E se da un lato nascono nuovi progetti, altri vengono rivisti per nuove necessità e priorità, come il caso di Enea Tech. A neanche un anno dal lancio, nel decreto Sostegni bis la fondazione Enea Tech diventa Enea Biomedical Tech con un fondo da 200 milioni per l'innovazione nelle scienze della vita. Si occuperà di finanziare l’innovazione nelle biotecnologie, nella telemedicina, nella produzione di dispositivi medicali e nella prevenzione delle emergenze sanitarie. Non farà più capo solo all’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e al ministero dello Sviluppo economico (Mise), ma anche al dicastero della Salute e a quello dell’Università e della ricerca.

La ripartenza sarà possibile solo con una politica di ricostruzione fondata sull’investimento in eccellenze produttive e di servizio, capaci di creare valore attraverso il digitale, sia nel settore privato che pubblico. Per avviare pertanto il processo, è importante una riorganizzazione complessiva della struttura amministrativa nazionale delle politiche dell’innovazione, concernenti l’uso di nuove tecnologie. Su questo fondamentale il ruolo portato avanti da Angi – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, punto di riferimento dell’innovazione in Italia e tra le realtà più rappresentative dell’ecosistema paese che, grazie anche al suo Manifesto per la Next Generation Eu consegnato alle istituzioni, ha sottolineato un decalogo di proposte in rappresentanza della società covile, per mettere in pratica idee e progetti, costrutti e best practises per il rilancio del Paese all’insegna della sostenibilità.

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