Innovazione ed economia circolare: all’Italia il primato secondo il rapporto CEN - ENEA
L'Italia per il terzo anno consecutivo è il Paese leader delle maggiori economie Ue in tema di riciclo. E’ quanto emerso dal terzo "Rapporto nazionale sull'economia circolare in Italia 2021", elaborato dal CEN-Circular EconomyNetwork e da ENEA. La classifica vede l’Italia con la prima posizione a 79 punti, seguita dalla Francia con 68, dalla Germania e Spagna con 65 e dalla Polonia con 54.
I dati evidenziano come il Paese è risultato in testa la produttività delle risorse – ogni kg di risorsa consumata genera in Italia 3,3 euro di Pil, contro una media europea di 1,98 euro – e la percentuale di riciclo di tutti i rifiuti (68%) di molto superiore alla media europea (57%). I risultati peggiori sono stati invece registrati alla voce degli investimenti e soprattutto a quella dell'innovazione: nel 2016 risultano depositati solo 14 brevetti italiani su un totale di 269 in Ue, di cui 67 tedeschi.
Intervenuto sul tema, il ministro Cingolani ha evidenziato come si debba essere pionieri in termini di tecnologie nuove che consentano di adottare normative sempre più protettive nei confronti dell'ambiente senza mettere in ginocchio un settore che dà una quantità di lavoro enorme trasversale.
Importante in questo contesto il contributo dell’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori che, come punto di riferimento dell’innovazione in Italia e tra le realtà più rappresentative dell’ecosistema italiano, dialogando sia con l’Europa che con le istituzioni governative e parlamentari italiane, ha evidenziato l’importanza di aumentare gli investimenti nell’innovazione, attraverso una maggiore sinergia pubblico provato, valorizzando gli hub di innovazione sui territori e sostenendo una politica legata alla sostenibilità e alla transizione green per un economia sempre più amica dell’ambiente.
Visioni che si lega molto anche al mondo delle smart city che per definizione devono abbracciare tutte quelle infrastrutture tecnologiche e digitali per risultare il più possibile hub di innovazione sostenibili. Sono città a misure di nativi digitali, quindi, la categoria dei giovani dovrebbe essere posta alla base di tale vision. Le politiche del welfare, inoltre, dovrebbero seguire tale assioma.