Innovazione, ANGI: Intervista in esclusiva all’On. Brando Benifei
Importante incontro digitale con l’On. Brando Benifei, politico italiano, eurodeputato e capodelegazione del Partito Democratico e il Dott. Gabriele Ferrieri, Presidente dell’Associazione Nazionale Giovani Innovatori - ANGI, che ha riguardato in particolare i temi della digitalizzazione, le questioni legate alle politiche europee in tema di integrazione e le prospettive dell’Europa che verrà.
L’On. Benifei, già designato nel gennaio 2016 dalla rivista americana Forbes, nella sezione riservata ai politici under 30, come uno dei 30 giovani politici più influenti d’Europa, a marzo del 2018 è stato insignito anche del premio come miglior eurodeputato dell’anno (MEP Awards) nella categoria “Lavoro e Affari Sociali”, proprio grazie al suo impegno per l’occupazione giovanile. Ecco che cosa ci ha raccontato.
In forza dalla sua esperienza al Parlamento Europeo, come primo tema vorremmo affrontare gli orizzonti dell'innovazione e della digitalizzazione nell’ambito delle politiche del Parlamento Europeo e quelle che ritiene possano essere le linee guida della Presidente della commissione Ursula Von Der Leyen.
"La Commissione Europea già prima dello scoppio della pandemia aveva impostato una strategia basata su un rinnovamento significativo del nostro modo di lavorare, della nostra società e della nostra economia, basato su tre pilastri: transizione ecologica, digitalizzazione e inclusione sociale. Inoltre, la Commissione europea con il supporto della maggioranza del Parlamento europeo, ritiene che anche la ripresa post-pandemia debba basarsi sui medesimi concetti. Noi come gruppo politico dei socialisti e democratici abbiamo ovviamente spinto moltissimo affinché il terzo pilastro (inclusione sociale) fosse il più possibile integrato con i primi due. La cifra politica che ci contraddistingue è quella del modello sociale europeo, per cui riteniamo che la sostenibilità, la transizione ecologica, la digitalizzazione e l'innovazione debbano fondarsi sui valori di libertà e di protezione sociale. In questo ambito durante questi mesi difficili il dialogo con le varie forze politiche ha acquisito un nuovo significato perché per la prima volta si è deciso di reagire realizzando un debito comune europeo che consente all’Unione di impegnare le ingenti risorse necessarie per la ripresa nei prossimi mesi. Tornando alla trattazione del tema dell’inclusione sociale è importante affrontarlo distinguendone due aspetti: l’inclusione sociale nel mondo del lavoro delle donne, tematica ancora caldissima per l'Italia a causa della scarsa percentuale di donne impegnate nel mondo del lavoro, e inclusione sociale dei giovani".
Partendo proprio dal suo impegno in Commissione Occupazione nel Gruppo di lavoro sul digitale, dove segue in particolare i temi della creazione e distruzione dei posti di lavoro dovuti alla rivoluzione digitale e parlando anche del tema del New green deal della Von der Leyen che si basa molto sulla rivoluzione digitale nell’Unione vorremmo chiederLe quali sono i pilastri di questa rivoluzione e quali invece le conseguenze sull'occupazione.
"Di recente sono entrato a far parte della commissione appena istituita dal Parlamento europeo sull’intelligenza artificiale proprio per lavorare su questi temi e concordo pienamente con la connessione tra green deal e innovazione tecnologica, perché si tratta di concetti complementari. A livello parlamentare viene discusso l’impatto che le nuove tecnologie, in particolare quelle più distruttive, come intelligenza artificiale, automazione, utilizzo massivo dei dati anonimizzati, stanno avendo sul modo di lavorare e il modo di vivere dei cittadini europei. Per quel che riguarda le giovani generazioni è chiaro che dobbiamo investire sulla loro formazione primaria, rafforzando tutti i livelli scolastici anche grazie ai fondi europei. Allo stesso tempo serve però regolare con estrema attenzione le piattaforme online dove noi oggi lavoriamo: abbiamo infatti approvato alla fine della scorsa legislatura una direttiva che si chiama “Sulle condizioni trasparenti e prevedibili di lavoro” che riguarda il contrasto alle forme di più estrema precarizzazione realizzate nell'ambito del lavoro attraverso le piattaforme online".
Proprio sul tema della formazione, in Italia recentemente sono tornati gli studenti a scuola cercando di mantenere condizioni in sicurezza. Secondo la sua esperienza qual è il futuro dell'innovazione anche nel campo della didattica, parlando proprio di quelle competenze e di quelle skills digitali che servono ai giovani e che saranno fondamentali per permettere loro di entrare nel mondo del lavoro.
"È necessario approcciare la questione da diversi punti di vista, perché non basta solo l'educazione formale, bisogna fornire strumenti sia dal punto di vista della strumentazione tecnica (e su questo il recovery fund potrà aiutare dal punto di vista proprio delle dotazioni tecnologiche) ma anche sviluppare una capacità di approccio alle questioni relative al digitale attraverso forme di partecipazione popolare di dibattito. Il tema centrale è riuscire a fare un salto di qualità e diventare cittadini digitali perché quando parliamo della formazione entriamo in un campo che riguarda non solo il lavoro ma anche l'essere cittadini consapevoli anche digitalmente. Quindi vuol dire avere la formazione digitale che non dovrebbe passare solo dai canali formali, ma anche da campagne di partecipazione digitale informata a tutti i livelli, anche di quartiere".
Parlando di recovery fund si ha di fronte un’opportunità fondamentale per l'Italia in un processo di modernizzazione e digitalizzazione del paese. Secondo la sua visione quali sono i tre paradigmi fondamentali su cui il governo italiano in termini di recovery fund dovrebbe andare ad allocare le risorse per un’Italia più inclusiva, più innovativa e più digitale?
"Credo che sarà fondamentale investire sulla connettività stabile e veloce in tutto il territorio nazionale. Sul tema infrastrutture, purtroppo nella circostanza del lockdown abbiamo percepito che esistono contesti del nostro paese dove vi è un’esclusione sociale ed economica che taglia fuori dalla connessione, quindi il diritto alla connessione deve diventare un diritto costituzionale e sicuramente un diritto fondamentale in ambito europeo. Sul tema formativo abbiamo bisogno di investire maggiormente nel rapporto tra università e mondo dell’innovazione: esistono esempi straordinari di incubazione di idee d'impresa nell'ambito universitario in Italia, ma purtroppo non è così ancora per tutti gli atenei. Con i fondi della ripresa europea abbiamo bisogno di focalizzare alcuni ambiti di ricerca collegati con gli obiettivi della sostenibilità per ottenere un sistema più integrato, più forte e più produttivo. È necessario pensare politiche per mantenere i nostri cervelli formati in Italia, premiando coloro che hanno idee e che realizzano invenzioni e brevetti nel nostro paese".
Come si diceva prima, a Marzo 2018 è stato insignito del premio come eurodeputato dell’anno nella categoria “lavoro e affari sociali” proprio il suo impegno in favore dell'occupazione giovanile. In conclusione, le chiederei qual è il suo messaggio per i giovani delle nuove generazioni e soprattutto per poter vincere la sfida di questa generazione per l'Italia e per l'Europa.
"La mia preoccupazione più forte e che succeda quello che in parte accaduto durante la crisi economica di qualche anno fa, quando non si è riusciti a dare una risposta forte e tantissimi giovani hanno perso opportunità di studio e di lavoro, trovandosi in una situazione di grandissima difficoltà, con l'Europa che ha reagito tardi e poco e con politiche nazionali molto fragili. Oggi invece si sta mettendo in campo una risposta diversa che però richiede ora velocità e efficacia nel realizzare i progetti che oggi hanno un supporto politico ed economico diverso. Molto importanti saranno i prossimi mesi per fare uno step operativo in più e dare concretezza alle battaglie politiche e alle scelte realizzate a livello europeo. Per evitare i fatti sopracitati bisogna fare in modo che il sistema di una nuova costruzione europea sia reso sostenibile nel tempo, come base per garantire la sostenibilità di una espansione delle risorse. Il rischio è che fra qualche anno ci siano politiche di austerità o di riduzione delle opportunità perché non si è data la sostenibilità adeguata alle scelte di oggi. Il mio auspicio è che le giovani generazioni si battano e si impegnino nella vita politica, non astenendosi o tirandosi fuori dalla decisione pubblica, ma partecipando, influenzando e determinando tutte le decisioni e le direzioni di marcia".