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Giovedì, 28 Marzo 2024
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A cura di Gabriele Ferrieri

Innovazione, ANGI: verso un nuovo modello di cybersicurezza per l’Italia digitale

La priorità per la sicurezza e la salvaguardia dei dati resta una priorità per l’Italia, con investimenti e strutture che possano dare un adeguata copertura a questa esigenza primaria per il Paese. Ci si aspetta una risposta rapida visto anche l’ultimo cyberattacco avvenuto ai danni del sistema sanitario della Regione Lazio, impegnato nella campagna vaccinazione contro il covid.

L’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, come punto di riferimento dell’innovazione in Italia e tra le realtà più rappresentative dell’ecosistema paese, aveva in più occasioni evidenziato la problematica, portando all’attenzione del legislatore e delle diverse istituzioni parlamentari e governative, idee e progetti all’insegna dell’innovazione e del mondo startup. In particolare, quello di sostenere in sede dell’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale, un dialogo strutturato fra l’impresa innovativa e le istituzioni per stimolare la crescita dell’ecosistema. Già nella memoria inviata al Parlamento sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’ANGI chiedeva la costituzione, nel contesto nazionale, di un soggetto, sul modello del “Cyberspark” israeliano, che promuova l’interazione fra infrastruttura pubblica di sostegno all’innovazione e necessità del contesto privato, al fine di migliorare la qualità della ricerca&sviluppo nazionale, i livelli di sicurezza cibernetica e la competitività dell’economia italiana. Appare pertanto necessario, anche al fine di garantire alti livelli di innovazione, coinvolgere nei partenariati pubblico-privati le start-up innovative nazionali ad alto contenuto tecnologico. L’ANGI propone al governo Draghi la costituzione di regimi fiscali agevolati per le società impegnate nella realizzazione di tecnologie e servizi volte all’aumento dei livelli di sicurezza cibernetica

Franco Gabrielli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza della Repubblica, proprio in queste ultime ore rimarcava la necessità di fare in modo che le pubbliche amministrazioni, le imprese, le infrastrutture strategiche, e di fatto il nostro “Sistema Paese” riduca il suo grado di vulnerabilità. Il Pnrr prevede 50 milioni per l’Agenzia e 620 per la resilienza. E un organico di 300 professionisti che, nel quinquennio, saliranno a 1.000, da reclutare sul mercato a prezzi di mercato.

I tempi sono maturi. Entro la metà di questa settimana, con il voto al Senato (una formalità, dopo un passaggio alla Camera che ha registrato l’unanimità), l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) diventerà legge dello Stato. E, con lei, l’architettura complessiva della sicurezza nazionale, la sua filosofia, diciamo pure il suo modello culturale, conoscerà un passaggio cruciale.

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