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Giovedì, 25 Aprile 2024
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A cura di Gabriele Ferrieri

Innovazione: dall’Euro digitale alla trasformazione tecnologica della pubblica amministrazione in Italia

L’Europa e l’Italia sono al lavoro per porre le basi per il rilancio. Un percorso che passa attraverso nuovi investimenti sul fronte tecnologico e digitale, come le recenti sperimentazioni della moneta elettronica della Banca centrale europea che dovrebbero partire entro fine anno. La visione sul “nuovo euro” non è pensata per sostituire il contante, ma per affiancarlo e secondo le indicazioni ricevute, dovrebbe emetterlo la Bce con identico valore: un euro digitale equivarrà a un euro fisico.

La decentralizzazione delle criptovalute, servendosi di tecnologie peer-to-peer, in assenza di alcun processo di regolamentazione allo stato attuale, ne comporta una grande volatilità. Altre invece per ottenere una maggiore affidabilità ancorano il proprio valore ad asset solidi come l’oro o il dollaro, esempi come il caso di Tether e di Diem, la futura moneta virtuale di Facebook.

Partendo dal modello stablecoin ancorata all’euro denominata Statis Euro, sembra essere il punto di partenza di Francoforte che pare intenzionata a creare qualcosa di simile, aggiungendovi tutto il proprio peso specifico a garanzia del suo valore, in modalità 100% centralizzata.

Per coloro che volessero detenere euro in versione tech, uno dei caratteri distintivi più importanti pare si orienti nell’assenza di disporre di un conto corrente, ma sarà necessario avere solo un portafoglio elettronico protetto utilizzabile anche sotto forma di app mobile. Con questa visione, la Bce potrebbe non solo incentivare ancora di più la digitalizzazione dei pagamenti, ma anche snellire tutti quei processi oggi eccessivamente burocratizzati.

Tornando sugli sviluppi innovativi della pubblica amministrazione italiana, il Decreto Semplificazione e innovazione digitale, che di fatto introduce dal 1° marzo 2021 nuove regole e strumenti per la digitalizzazione dei servizi pubblici, invita tutte le amministrazioni ad avviare il passaggio dalle diverse modalità di autenticazione online allo Spid e alla Carta d’Identità Elettronica (Cie). Questo si traduce per l’Italia da marzo, salvo alcune eccezioni, alla caratterizzazione dell’identificazione digitale equiparata all’esibizione di un documento d’identità ed estesa per l’accesso ai servizi dei concessionari pubblici e delle società a partecipazione pubblica. L’identità digitale potrà così essere usata per pagare multe, inviare certificati e accedere a tutti i servizi telematici di Comuni e Regioni.

In questo contesto, nelle audizioni parlamentari di questi giorni in scena in Parlamento, puntuale è arrivato il contributo dell’ANGI - Associazione Nazionale Giovani Innovatori che, come punto di riferimento dell’innovazione in Italia e tra le realtà più rappresentative del Paese, ha presentato le sue linee guida che, partendo dall’innovazione tecnologica e digitale, ha individuato nei processi delle politiche pubbliche dell’innovazione, l’infrastruttura amministrativa e normativa, i punti cardine del rilancio economico e sociale del Paese, in vista anche della nuova stesura del recovery plan.

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