Ministero per la transizione ecologica, obiettivi e programmi per la sfida da vincere di Roberto Cingolani
Spetterà al premier Mario Draghi definire uno dei capitoli più cruciali del suo programma di governo: la nascita del ministero della Transizione ecologica. Dividere e integrare competenze trasversali non sarà comunque una missione facile. È certo che sulla scrivania del nuovo ministro Cingolani, passerà la svolta del Paese verso la transizione energetica.
Importante è stato l’appello della Commissione Europea attraverso le parole della Presidente Ursula von der Leyen, in cui la sostenibilità rappresenta, al pari dei giovani e dell’innovazione, uno dei capisaldi del progetto Next Generation Eu. In questo contesto da sottolineare l’importante ruolo avuto e che avrà la società civile, con importanti realtà come ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori che, attraverso il suo Manifesto per la sostenibilità, presentò direttamente le sue linee guida alla Presidenza del Consiglio e che si propone, ancor di più oggi con il nuovo mandato al nuovo ministero presieduto da Cingolani, ha dare un contributo importante ai lavori legato alla transizione ecologica del Paese verso un economia orientata al green.
Il punto di partenza sarà proprio il vecchio ministero dell’Ambiente di Sergio Costa, reduce da una riorganizzazione durata un anno e mezzo. Di qui si parte per aggiungere le nuove deleghe. Quelle sull’energia che ora fanno capo al Mise. Si tratta delle attuali direzioni Energia, Economia circolare e Incentivi alla sostenibilità. Potrebbero finire al nuovo ministero, anche competenze dell’Agricoltura, sempre legate allo sviluppo sostenibile.
Ma poi sarà inevitabile una stretta collaborazione con il ministero delle Infrastrutture guidato da Giovannini, oltre che con la Digitalizzazione affidata a Colao. Perché mobilità ed efficienza passano anche da sistemi smart. E per Resilienza e svolta green ci sono 77 miliardi, il 37% del Recovery italiano. Strategico e fondamentale anche il supporto di Giancarlo Giorgetti al Mise.
L’iter per il nuovo ministero partirà a breve. Tra le priorità il clima, con i due obiettivi Ue al 2030 e al 2050 di aumentare l’impegno di taglio dei gas serra dal 40 al 55% e raggiungere la neutralità climatica. A seguire il dossier energia con lo sforzo di raddoppiare la crescita delle rinnovabili, l’attivazione di una vera e propria economia circolare e l’accelerazione sulla mobilità sostenibile.
E ripercorrendo il Manifesto ANGI: tecnologia circolare, energia pulita e salvaguardia delle risorse idriche per un'Italia sostenibile. Un manifesto in cinque punti per un'Italia green, nuova, innovativa e sostenibile dal punto di vista ambientale. Questo e molto altro è stato il lavoro dell’ANGI, la quale ha sottolineato come le tematiche legate all'ambiente, all'energia, alla sostenibilità e all'innovazione siano gli assi portanti dell'intero cambiamento della società e del Paese, puntando a una modernizzazione che rispetti l'ambiente e i territori.