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Giovedì, 25 Aprile 2024
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A cura di Gabriele Ferrieri

Startup, segnali positivi da tutto il comparto dell'innovazione. Crescono gli investimenti

Le startup sono sempre più digital. Al 31 dicembre 2020 sono 3.579 le startup innovative avviate grazie alla modalità digitale e gratuita: rispetto al precedente trimestre sono 157 in più. Grazie a questa misura, operativa a partire dal luglio 2016, i giovani innovatori italiani possono avviare la startup secondo una modalità interamente digitalizzata, con il supporto tecnico della propria Camera di Commercio o in totale autonomia. L'esenzione dall'atto notarile consente un risparmio medio sui costi d'avvio stimato in circa 2mila euro. Segnali positivi vista la situazione di emergenza pandemica. Il dato si inserisce in un contesto in cui l'emergenza sanitaria relativa al Covid non è ancora conclusa e dà un segnale positivo a tutto il comparto dell'innovazione.

Se si analizza il dato invece della distribuzione geografica delle startup, Il Lazio è la seconda regione italiana per numero di startup innovative. Un dato importante anche per la piazza capitolina, un ecosistema sempre più in crescita e in fermento che sta vedendo numerosi investimenti tra intelligenza artificiale, infrastrutture IT, scienze della vita e nuovi strumenti digitali sul fronte del fintech.

Contesto che prende ancora più centralità per il rilancio economico e sociale del Paese, in particolare modo visti anche gli investimenti da parte degli altri stati membri della UE. La Spagna concentrerà più della metà della spesa (72 mld) nei primi tre anni, destinando il 18% di tutto il Recovery Plan a istruzione e formazione. Madrid stima che il piano creerà più di 800.000 posti di lavoro in un periodo di tre anni. In Francia accanto al sostegno alle imprese e agli stimoli per l’innovazione, trovano un ampio spazio le misure per l’occupazione (circa 20 mld), e il sostegno alle famiglie a basso reddito. Per l’occupazione giovanile sono stati stanziati circa 7 miliardi in vari programmi, come la formazione settori strategici e dinamici (1,8 mld), da collegare in parte anche ad altri 7 miliardi per la formazione lavoro. Berlino intende investire buona parte della propria quota-parte delle risorse del Ngeu – circa 29 miliardi – per progetti relativi alle infrastrutture e alla decarbonizzazione.

L’auspicio è che, ritrovata ci si augura presto una nuova stabilità politica, anche l’Italia possa approntare al meglio il disegno del suo recovery plan all’insegna dei giovani e dell’innovazione. Su questo sono numerose le istanze e le proposte pervenute, in particolar modo dall’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori che come punto di riferimento italiano, ha lanciato il suo appello alle massime istituzioni governative per un maggiore sostegno verso le giovani generazioni e dell’innovazione.

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