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Martedì, 23 Aprile 2024
L'avvocato dell'Atomo

L'analisi

L'avvocato dell'Atomo

A cura di Luca Romano

La nube nera e il senso delle proporzioni

Alcuni giorni fa (il 3 febbraio, per la precisione), è deragliato un treno in Ohio (USA) a bordo del quale si trovavano materiali per l'industria chimica, molti dei quali estremamente pericolosi. Un elenco non esaustivo include: cloruro di vinile, acrilato di butile, acrilato di etilesile, etere monobutile di glicolo etilenico e isobutilene - tutte sostanze tossiche e cancerogene, alcune potenzialmente letali in caso di esposizione acuta. In totale, delle 50 carrozze del convoglio che si sono rovesciate, 20 trasportavano sostanze tossiche, per un totale di circa 2500 tonnellate.

Dal momento che il deragliamento ferroviario ha causato un incendio, si è dovuto procedere con un rilascio controllato di contaminanti chimici nell'ambiente, per evitare un'esplosione. Siccome però alcune di queste sostanze a contatto con l'aria rischiano di formare addirittura fosgene (un gas ultra-tossico, già utilizzato nella prima guerra mondiale come arma chimica), si è dovuto procedere a dare fuoco alle sostanze rilasciate.

Nonostante questi tentativi di limitare i danni, il risultato finale è stato comunque drammatico: l'incendio ha sollevato la nuvola nera di vapori tossici che potete vedere nelle foto, e 2000 persone sono dovute essere evacuate (per fortuna il deragliamento è avvenuto in una zona lontana da grandi centri abitati).

Ho scelto consapevolmente di aspettare qualche giorno a parlare di questa notizia, perché ho voluto prima vedere come veniva trattata dai media e dalla comunità internazionale. Iniziamo subito precisando che i giornali italiani hanno se non altro dato la notizia - non era scontato. Certo, ne hanno parlato con toni meno allarmistici di quelli che hanno usato per la capsula di Cesio smarrita in Australia (ritrovata in due giorni senza che facesse alcun danno) o per i guasti al reattore di Taishan nel 2021 (una roba assolutamente ordinaria), ma è giusto così: ad essere eccessivi erano i toni utilizzati in circostanze passate, solo perché le notizie avevano a che vedere con la radioattività, in questo caso è giusto evitare di suscitare panico per una vicenda che, per noi che viviamo in Italia, non presenta particolari rischi.

La questione cambia però se si esaminano le reazioni delle autorità internazionali. Sì, perché quella nube tossica strapiena di sostanze cancerogene andrà inevitabilmente a contaminare il territorio circostante il luogo dell'incidente, che è una zona agricola. In che misura, dipenderà da quanto i venti disperderanno e diluiranno i composti chimici in atmosfera prima della prossima pioggia, ma il rischio che le conseguenze di questo disastro possano protrarsi nel tempo c'è.

La reazione delle autorità è stata però molto debole: l'EPA (Environmental Protection Agency) non ha fino ad ora dichiarato se il fiume Ohio è stato contaminato o meno, lasciando l'iniziativa alle aziende private che gestiscono le acque - alcune hanno interrotto i prelievi dal fiume, altre hanno potenziato i processi di purificazione, altre ancora non hanno fatto nessuna di queste cose; l'ordine di evacuazione è stato ritirato dopo alcuni giorni, ma non sono state suggerite precauzioni aggiuntive (a parte “arieggiate la casa e togliete la polvere”) e non sono stati presi provvedimenti relativi ai raccolti (si tratta di una zona agricola); nessun ente internazionale è stato per il momento coinvolto.

Il che è curioso, perché, quando si tratta di radiazioni, PER MOLTO MENO si evacuano centinaia di migliaia di persone, si vieta alla gente di uscire di casa e di bere acqua del rubinetto, si bruciano i raccolti, si rivolta il primo strato del terreno per centinaia di km quadrati e si sconsiglia di consumare qualunque tipo di cibo o bevanda prodotto in quella zona per anni, il tutto sotto la supervisione di almeno tre agenzie ONU (WHO, IAEA e UNSCEAR).

La vicenda dell'Ohio è un perfetto esempio del fatto che non solo conviviamo con rischi molto peggiori di quelli posti dall'industria nucleare, ma siamo anche in grado di chiudere gli occhi e far finta di niente quando questi rischi diventano realtà.

Se quel treno avesse trasportato scorie nucleari, molto probabilmente avremmo assistito a scene di panico a migliaia di km di distanza, a fronte di un rischio nettamente inferiore (perché i contenitori del combustibile esausto sono a prova di impatto aereo e soprattutto perché il combustibile esausto è solido, quindi non si infiltra nel terreno né si disperde in atmosfera: resta lì dov'è).

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