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Giovedì, 25 Aprile 2024
Le affinità elettive

Le affinità elettive

A cura di Annalisa Terranova

Perché ci dispiace così tanto dire addio al professor Piton

Perché la scomparsa di Severus Piton – cui ha dato vita sul grande schermo l’attore Alan Rickman, morto a 69 anni – ha spento il sorriso sulle bocche di tanti, e non solo dei fan della saga di Harry Potter? Semplice, perché Piton è il personaggio del mago “completo”, il più misterioso dei personaggi della saga, uno stregone gotico-romantico, ed è anche l’aiutante che meglio di Silente riesce a fiancheggiare Harry nella sua missione impossibile di sconfiggere il maligno Voldemort.

C’è una “filosofia” dietro Severus Piton ( il cui nome originale è Snape, un villaggio inglese cui si è ispirata la Rowling), dietro quel suo sembrare perfido e gelido e non solo perché alla fine si rivelerà il suo ruolo di protettore silenzioso di Harry. E’ il capo dell’odiosa casa dei Serpeverde a Hogwarts, maghi che pensano solo al potere e che disprezzano i deboli. Ma non è possibile cacciar via i Serpeverde dalla scuola di magia, così come non è possibile espellere dal consorzio umano avidità e arroganza. “Il male non va scacciato via per paura: no, il male va bilanciato con la compassione”. Per questo Silente, che è il preside di Hogwarts, dimostra sempre molta fiducia nella possibilità di redenzione dei maghi caduti nella perfidia. Il male fa parte della vita dell’uomo e non lo si può eliminare, ma solo disciplinare, regolare, farlo rientrare nel giusto equilibrio delle cose.

Piton, che dopo la giovanile adesione all’ideologia dei Mangiamorte diventa uomo di fiducia di Silente, è proprio l’esempio del mago redento, ma comunque infelice perché corroso dal rimorso. La sua vita è illuminata solo dall’amore fortissimo per la madre di Harry, Lily. Piton è personaggio che si erge proprio al confine tra bene e male, in perenne equilibrio, in costante allerta, in lotta con le sue stesse ambiguità. Umanissimo, in queste caratteristiche ma allo stesso tempo eccellentissimo nell’uso della magia (dopo Silente il più “bravo” è proprio lui…). Egli insegna l’arte delle pozioni. Non è solo mago, è anche un po’ medico, un po’ farmacista, un po’ erborista. Una figura non poi così lontana dal mondo reale, un affascinante punto di collegamento tra l’alchimia e la medicina. La pozione più famosa di tutta la saga è quella Polisucco, usata per trasformare una persona in qualcun altro. Uno degli ingredienti che la compongono è la Centinodia, citata nel testo “Il medico inglese” di Nicholas Culpeper (1653) da cui pare che la Rowling abbia preso molti elementi da inserire nelle lezioni di Piton. Ma questo mago speciale è anche espertissimo nell’occlumanzia, cioè nel chiudere la propria mente alle influenze esterne (una disciplina in cui invece Harry Potter è una frana…): e cosa c’è di più essenziale di questo? Ecco ciò che lo rende esemplare, al di là della sua innegabile antipatia e della rudezza con cui tratta il giovane allievo Harry.

Perciò addio ineguagliabile Piton: in alto le bacchette...

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