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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Le affinità elettive

Le affinità elettive

A cura di Annalisa Terranova

Che cos'è il solstizio d'inverno

Il solstizio d’inverno, che cade il 21-22 dicembre, segna la notte più lunga dell'anno, dopo la quale il sole inizia la sua apparente risalita agli occhi degli uomini (in realtà effetto dovuto come sappiamo all'orbita lungo la quale la Terra compie la sua rotazione). Un momento dell'anno carico di significato, e non a caso collegato al Natale, giorno in cui si celebra la nascita di Cristo, Dio di luce come il Sole

Del resto, mentre non è certa la data di nascita di Gesù di Nazareth (menzionata per la prima volta, pare, in un almanacco del 354 d.C.) si sa con certezza che il 25 dicembre era giorno consacrato nella Roma imperiale alla nascita del Sole Invitto secondo un culto introdotto dall'imperatore Aureliano (un tempio in onore del Sol Invictus era stato eretto a Roma nel campus Agrippae, l'attuale piazza San Silvestro). 

Il Sole non va inteso tuttavia come corpo celeste, ma come ipostasi dell'Intelletto secondo la teologia neoplatonica, come emanazione  - sono parole di Giuliano Imperatore -  "dell'essenza feconda del bene" che accorda all'universo "una certa parte di bellezza intelligibile". Una teologia che si univa alla religione mitraica, la quale venerava il dio orientale Mithra, considerato figlio del sole, molto diffusa tra i soldati romani. Mithra era il dio di luce che avrebbe sconfitto il tenebroso Ahriman. Il Dies Natalis del Sole Invitto si celebrava con giochi e corse di carri che attiravano anche i cristiani, destando non poca preoccupazione nella Chiesa di Roma. Di qui la sovrapposizione della nascita di Cristo alla data del 25 dicembre. 

Del resto, avverte Alfredo Cattabiani nel suo "Calendario. Le feste, i miti, i riti, le leggende dell’anno", l'Antico Testamento annunciava Gesù come Luce e Sole secondo le parole di Isaia: "Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce, su coloro che abitavano una terra tenebrosa una grande luce rifulse". Fu papa San Leone Magno a dare nel V secolo fondamento teologico alla solennità del Natale, dolendosi al contempo della mentalità pagana manifestata da alcuni cristiani che "prima di entrare nella basilica di San Pietro apostolo, dedicata all'unico Dio, vivo e vero, dopo aver salito la scalinata che porta all'atrio superiore, si volgono verso il sole e piegando la testa si inchinano in onore dell'astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto in parte per ignoranza e in parte per mentalità pagana". Solo più tardi al centro del Natale si imporrà il mistero della Natività in cui Cristo è per noi nuovo Adamo, Redentore e Salvatore.

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