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Giovedì, 28 Marzo 2024
Le affinità elettive

Le affinità elettive

A cura di Annalisa Terranova

70 anni fa il processo di Norimberga

Il 20 novembre del 1945 aveva inizio il processo di Norimberga contro 24 gerarchi e ufficiali nazisti per “crimini di guerra”. Quel processo fornì un precedente storico autorevole per dare mandato alla “comunità internazionale” di stabilire chi combatteva dalla parte del bene. Fu un evento fondamentale della storia dell’Occidente. Ecco un elenco di “curiosità” poco note al grande pubblico su quell’imponente processo.

ALBERT SPEER - Il contenuto del documento d’accusa sconvolse profondamente Albert Speer che così scrisse a sua moglie: “Devo considerare la mia vita come ormai arrivata alla fine”. Speer, architetto di Hitler, non fu condannato all’impiccagione come gli altri ma a vent’anni di reclusione.

IL DOTTOR ROBERT LEY - Ley, ex capo del Fronte del lavoro tedesco, si tolse la vita. Scrisse che non poteva sopportare la vergogna di essere considerato un criminale. Scarabocchiò incitamenti al suicidio tutt’intorno nella cella, strappò lembi di stoffa dalla propria uniforme e se ne riempì la bocca. Infine si legò una tovaglia bagnata attorno al collo e attese che lo strangolasse. Nella sua cella furono trovate pagine dedicate alla moglie che il procuratore capo, lo statunitense Jackson, non consegnò mai ai familiari. 

IL GENERALE JODL - Dopo la proiezione del film sui campi di concentramento, Rudolf Hess, che si fingeva affetto da amnesia, disse a Goering: “Non ci credo” ma fu invitato a stare tranquillo. Il generale Alfred Jodl, capo di stato maggiore e anche lui tra gli imputati, annotò: “Quei fatti sono la più orribile eredità lasciata dal regime nazionalsocialista. Sono peggiori della distruzione delle città tedesche. Le rovine possono essere infatti considerate le onorevoli cicatrici di una nazione che lottava per la propria esistenza, quei fatti invece disonorano la Wehrmacht e i suoi comandanti”. 

I TESTIMONI DELLA DIFESA - I testimoni della difesa che riuscivano a raggiungere Norimberga venivano innanzitutto ammorbiditi in interrogatori condotti dagli inquirenti e solo successivamente messi in contatto con i difensori. Alcuni però finivano in isolamento in un braccio della prigione. L’ex SS Karl Wolff, che si era volontariamente presentato per testimoniare, fu relegato per un anno in manicomio. 

GLI AVVOCATI DELLA DIFESA - Il professor Hermann Jahrreis, esperto di diritto internazionale, criticò in modo dettagliato le leggi sulle quali era fondato il processo. Il suo discorso impressionò molto gli accusatori britannici. Gli americani si adoperarono invece affinché la stampa non facesse menzione del discorso di Jahrreis che confutava il concetto di “guerra criminale di aggressione”. 

LE LETTERE DI GOERING - Circolarono molte voci a proposito delle lettere ritrovate nella cella di Goering dopo il suicidio. Circolò anche un falso. Una sarcastica lettera a Churchill. In realtà egli aveva scritto al suo cappellano, alla moglie, al comandante della prigione colonnello Andrus (al quale spiegava di avere sempre avuto con sé la fiala di veleno, fin dal momento in cui era stato imprigionato) e alla commissione alleata di controllo. In quest’ultima missiva affermava che avrebbe accettato la morte per fucilazione ma era inammissibile che il Reichsmarschall fosse impiccato. “Per l’onore della Germania non posso permetterlo”.  

IL BOIA JOHN WOODS - Il quarantenne John Woods, di origine irlandese, che eseguì le impiccagioni rilasciò la seguente dichiarazione all’Associated Press: “Ho impiccato quei dieci nazisti e ne sono orgoglioso. M’è soltanto dispiaciuto che Goering l’abbia fatta franca, era proprio a lui che miravo. Questo di Norimberga era veramente l’unico lavoro a cui tenessi in modo particolare: quegli uomini meritavano effettivamente la forca. Di questi nazisti una cosa sola devo dire: sono morti da gente in gamba. Uno solo ha dato qualche segno di debolezza: Frick, che mentre saliva i tredici gradini del patibolo sembrò piegarsi sulle gambe, cosicché le guardie tesero le braccia per sorreggerlo. Erano tutti arroganti e si vedeva chiaramente che ci odiavano. Il vecchio mangia-ebrei Streicher guardava fisso verso di me quando disse: ‘I bolscevichi impiccheranno anche voi un giorno…’. Non c’è molto da dire su queste impiccagioni. Si svolsero proprio come tutte le altre. Dieci uomini in 103 minuti. Un lavoro abbastanza veloce”. (Wilhelm Frick fu ministro degli Interni del Reich e Reichsprotektor in Boemia e Moravia. Julius Streicher, gauleiter della Franconia, fu editore del settimanale antisemita Der Sturmer).  

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