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Venerdì, 29 Marzo 2024
Le affinità elettive

Le affinità elettive

A cura di Annalisa Terranova

Se vedi un elfo chiama le guardie forestali

Derubricata a curiosità, la notizia di un dossier del Corpo forestale dello Stato su avvistamenti di elfi e gnomi nei boschi appenninici tosco-romagnoli (aperto 15 anni fa) è stata per lo più accolta con un’alzata di spalle. Direbbero gli esperti della materia che è proprio l’incredulità, com’è noto, a tenere lontani i rappresentanti del “piccolo popolo” (così in area anglosassone vengono definiti i folletti) ma non abbastanza da impedire a un banchiere di Cesena di scattare la foto a un elfo nella Foresta della Lama (che sarebbe contenuta appunto nel suddetto dossier). 

Sia come sia, sarebbe sbagliato pensare che la tradizione magica che riguarda i folletti e le fate sia esclusiva dell’Irlanda, dove secondo la mentalità contadina le creature fatate erano angeli caduti, non abbastanza cattivi per essere dannati ma non abbastanza buoni per essere salvati. Di qui la loro natura capricciosa e lunatica. In Italia infatti abbiamo un campionario di tutto rispetto di esponenti del reame fatato, sopravvissuti e malconci ma eredi a pieno titolo della mitologia celtica da cui discendono i folletti e le fate cantati nelle ballate di Yeats. 

Dove? Dal nord al sud del Belpaese ovunque sia un albero magico o una fonte da custodire. Il folletto del Bergamasco, per esempio, si chiama Ana Sosana, mentre le Anarade sono mostri con i piedi asinini che abitano nei dintorni di Bova (Reggio Calabria), le Comelle sono fantasmi che dimorano presso Belluno e cortei di fate sono segnalati a Val d’Ala (Torino). Le Cristanne sono streghette selvatiche che dimorano sul monte Gardenaccia (Trentino), i Farfarelli sono folletti di trenta centimetri segnalati in Lombardia, Lazio e Sicilia. I Fajetti sono invece gnomi dispettosi che prediligono i boschi della Calabria. Popolari a Como sono gli Encov, una famiglia di folletti che provoca incubi ai malcapatiti con cui si imbattono. Infine la Dragunare sono creature del vento, simili a trombe d’aria, temute dai pescatori siciliani che insegnavano ai familiari come tenerle a bada: vanno tagliate con un coltello dal manico nero partendo da destra verso sinistra e senza dimenticare di recitare una preghiera. D’ora in poi chiunque dovesse avere a che fare con avvistamenti di questo genere potrà rimpolpare con la sua testimonianza il dossier del Corpo forestale. (Le notizie che ho riportato sui folletti nelle regioni italiane sono tratte da Dario Spada, “Gnomi, fate, folletti e altri esseri fatati in Italia”, Sugarco 1989). 

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