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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Le affinità elettive

Le affinità elettive

A cura di Annalisa Terranova

Mettetevi nei vostri panni: un filosofo spiega come

Ora: non scappate se scrivo di filosofia. Nonostante la campagna demolitoria delle discipline umanistiche cui si assiste da anni, infatti, è sempre attraverso quelle discipline che affiniamo la nostra coscienza. E proprio di coscienza parla il filosofo americano Thomas Nagel nel suo saggio “Mente e cosmo”, presentato ai lettori italiani dalla casa editrice Raffaello Cortina. Il sottotitolo è polemico, ma centra il punto: perché la concezione neodarwiniana della natura è quasi certamente falsa. Ecco appunto, perché? Beh, perché non riesce a spiegare come mai da un incontro casuale di cellule sia venuta fuori la coscienza, si siano sviluppati gli stati della mente, si siano stratificate nella storia le opere di spiriti geniali.

La fisica e la chimica, ciò che Nagel chiama “riduzionismo “ o “materialismo” non possono spiegare tutto. La scienza moderna, proprio mentre proclama il suo primato assoluto su ogni altra forma di sapere e di esperienza, è dinanzi a un’impasse. E proprio in questo suo ripiegarsi su se stessa la coglie questo coraggioso autore, attaccando frontalmente l’idea di Darwin: la selezione naturale non spiega l’intelligibilità del mondo – non risponde alla domanda: come compare la ragione nel mondo? - e non si vede perché dovremmo tutti accettarla come un fatto “autoevidente”.

Nagel, che non è un creazionista ma un ateo, ne deve ricavare che forse le teorie secondo le quali vi è un disegno intelligente che sovraintende al cosmo – quelle che lui racchiude sotto il concetto di “teismo” – risultano alla fine migliori delle varie forme di materialismo. E vanno esplorate senza pregiudizi. Un bel passo avanti, in un’epoca in cui Darwin è ancora considerato il punto ultimo della riflessione sull’origine dell’uomo e della vita e in cui viene deriso – in primis dalla comunità scientifica – chi si oppone alla teoria dell’orologiaio cieco sul mondo che si sviluppa per puro caso e senza alcuna finalità.

Il merito del libro di Nagel è uno e uno solo: ti mette la pulce nell’orecchio. Ti formula, dalla prima all’ultima pagina, l’assillante domanda: ma ne sei proprio sicuro? Mettiti allora nei tuoi panni, immergiti nella bellezza della tua mente e vedi un po’ se la tua coscienza può essere solo il risultato di leggi fisiche e reazioni chimiche. Se rispondi sì, prova a spiegare perché la tua coscienza percepisce valori come onestà, giustizia e lealtà come esperienze positive. Se siamo capaci di giudizi valutativi dobbiamo per forza concludere che spiegare l’uomo e la sua mente con il determinismo darwiniano non è sufficiente. E magari, conclude Nagel, tra due o tre generazioni Darwin potrebbe finire nel cassetto dove si archiviano le teorie superate.

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