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Giovedì, 28 Marzo 2024
LibeRIscatti

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A cura di Action Aid

La scuola ai tempi del coronavirus: la testimonianza di Elena

In questi giorni di emergenza la scuola deve affrontare la grande sfida della didattica online. Uno scenario spesso completamente nuovo sia per gli insegnanti che per gli alunni. 

Come tutte le comunità, anche quella scolastica deve cercare di dimostrarsi resiliente, riorganizzarsi e provare a superare le distanze con gli strumenti disponibili.

Elena è un’insegnante di scuola primaria di Novara. Noi di ActionAid l’abbiamo conosciuta in occasione dei progetti avviati durante Expo 2015 sul tema dell’educazione alimentare. Successivamente, ha coinvolto la sua classe in “Agente 0011” sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, un progetto sostenuto da ActionAid insieme ad altre associazioni che in queste settimane mette a disposizione attività da fare online aperte anche alle scuole non registrate. 

Ci siamo fatti raccontare da Elena come procedono questi giorni. 

“Inizialmente abbiamo assegnato i compiti tramite il nostro registro elettronico, condividendo anche schede da noi preparate e audio esplicativi. Da lunedì 16, sul nostro registro elettronico è stata caricata una nuova piattaforma: IMPARI. È molto ampia, dà moltissime possibilità di lavoro, si possono creare facilmente stanze virtuali, mappe, nuvole di parole chiave, si possono caricare lezioni, video, ma non è di così immediata comprensione. Ora passiamo il nostro tempo a studiare, a creare e a provare a condividere il materiale nelle varie classi”. 

Lo sforzo degli insegnanti in questi giorni è consistente: come ci racconta Elena bisogna preparare le lezioni e al tempo stesso studiare, aggiornarsi e accertarsi che tutta la classe sia in grado di usare le piattaforme, nuove per tutti. 

Come ActionAid ci occupiamo di progetti di lotta alla povertà educative e in questo frangente il pensiero va a bambini e ragazzi delle fasce più vulnerabili della popolazione. E quali siano le maggiori difficoltà da affrontare con la didattica online.

“È stato spiazzante, di colpo, da un giorno all’altro, passare dalla lavagna di ardesia col cancellino o al massimo dalla LIM, unite ad un gran frastuono, alla spedizione digitale di link e file, inviati in un silenzio assoluto. Poi c’è il tema delle differenze di opportunità e di mezzi, in questa situazione emerge con preponderanza. Le differenze tra chi ha un computer, una stampante, un telefono, un iPad e i genitori che si interessano, chiedono, sollecitano e chi invece ha i genitori che non hanno ancora capito bene, hanno soltanto un cellulare con la connessione difficile. Non tutti hanno gli stessi mezzi, le stesse opportunità, gli stessi stimoli”. 

E le priorità? Da dove si dovrà ripartire quando sarà possibile tornare in aula?

“Sicuramente sarà fondamentale recuperare le fasce più deboli”, ci conferma Elena, provare a colmare il divario creato dalla distanza. Elena appare molto motivata nel suo lavoro. “Tutti devono avere lo stesso diritto allo studio: la scuola è di tutti. Se non è così, abbiamo perso tutti”.

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