Nell’era del web e del digitale, anche la cittadinanza attiva si rifà il look e sbarca su internet. Grazie alla collaborazione fra ActionAid e OpenPolis è nata U-Act, la piattaforma online che offre a tutti i cittadini la possibilità di rivendicare i propri diritti e di dialogare con i decisori politici.

Questo spazio, pur essendo virtuale, racconta di problemi reali e consente di agire nel concreto delle diverse realtà italiane. Ogni cittadino può attivarsi in due diversi modi: proponendo una petizione online che costruirà con il supporto dello staff per poi essere inserita sulla piattaforma oppure sostenendo le azioni già caricate, sottoscrivendole. L’obiettivo è quello dare voce al territorio, cominciando dalle comunità più in difficoltà e a rischio di esclusione sociale. Il tutto, partendo dal concetto che trasparenza e accesso all’informazione sono la chiave della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. 

Sono due le caratteristiche principali che differenziano U-Act dalle altre piattaforme di petizioni: prima di tutto, è uno strumento a disposizione di tutte le persone che sono impegnate quotidianamente sui propri territori e che consente di dare forza e visibilità alle loro battaglie; inoltre, offre la possibilità di dialogare direttamente con i decisori politici. Ogni richiesta pubblicata viene infatti recapitata via e-mail direttamente alle istituzioni coinvolte, dopo il raggiungimento di numero stabilito di firme. Gli utenti che l’hanno sottoscritta potranno seguire l’andamento della richiesta e capire quale politico ha risposto e aderito all’iniziativa. 

La ricerca delle azioni online è facilitata tramite dei filtri che permettono di selezionare l’argomento oppure la regione interessata dall’azione. Per ogni petizione dovrà essere individuato un decisore politico al quale indirizzare la richiesta. Il team della piattaforma, costruirà l’azione passo passo con il proponente, in modo da rendere la richiesta chiara e la sua riuscita verificabile.

Al momento, le azioni presenti sulla piattaforma sono due. La prima, dal titolo “Siamo tutti fuoriclasse, purtroppo” è proposta da ActionAid L’Aquila e permette di attivarsi al fianco dei genitori degli studenti aquilani, che chiedono agli amministratori pubblici e ai decisori politici di assicurare  la ricostruzione dell’edilizia scolastica del territorio del capoluogo abruzzese. Purtroppo nonostante l’appello #matteofaiscuola, lanciato da ActionAid e indirizzato al Presidente del Consiglio per avere una maggiore attenzione da parte del Governo sulla situazione delle scuole aquilane, a sei anni dal terremoto, quasi seimila ragazzi sono ancora costretti a seguire le lezioni dentro strutture provvisorie (MUSP). 

Con la petizione, i genitori aquilani chiedono agli italiani di far pressione sugli amministratori al fine di pubblicare sul sito del Comune i progetti approvati e le proposte progettuali avanzate finora, i dati disponibili dalle diverse fonti istituzionali e le priorità identificate. Inoltre si chiede di chiarire quanto prima un dettagliato cronogramma dei tempi di progettazione, approvazione, gara d’appalto e lavoro di ogni scuola interessata.  

L’altra petizione attualmente attiva si chiama “Parlamento casa di vetro” ed è proposta da OpenPolis. L’obiettivo è quello di chiedere l’introduzione del voto elettronico e il resoconto integrale delle riunioni delle commissioni parlamentari, luoghi principe del processo legislativo. Rendendo pubbliche le presenze, le discussioni e le votazioni in commissione, i cittadini potranno sapere effettivamente ciò che c’è dietro l’adozione o meno di una determinata norma.

Studenti aquilani, con genitori e insegnanti, accompagnati da ActionAid durante il flash mob di ottobre 2014, sotto Palazzo Chigi per consegnare al Presidente del Consiglio 6.296 firme di persone che gli chiedevano di recarsi in prima persona all’Aquila. La delegazione non è stata ricevuta.