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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Lo sfasciacarrozze

Lo sfasciacarrozze

A cura di Diego Giorgi

Grillo, la "nuova Resistenza" e le brigate dello schifo

La cacciata di Laura Boldrini dalla presidenza della Camera è la nuova frontiera del grillismo. A dirla tutta, i grillini ambirebbero alle dimissioni in tronco di tutta la baracca, da Napolitano in giù. Della serie: visto che il sistema è marcio, l’accetta è l’unica alternativa. Insomma, roba da boscaioli senza calli nelle mani ma espertissimi in questioni come verità, sincerità, rettitudine. Colpo dopo colpo, ramo, dopo ramo, tronco dopo tronco. Un’opera di potatura integrale per mano dei paladini dell’integrità.

Che si tratti di integralismo? No, no, attenzione. Niente di meno che la “nuova Resistenza”.

E se i partigiani, schioppo in spalla, si ritirarono in montagna, i grillini, mouse sotto braccio, teoricamente si dovrebbero ritirare nell’Aventino della Rete. A veder di far sbarcare a questo Paese l’inverno dell’anima.  Un’Italia più onesta, più giusta, più meritocratica, più virtuosa, meno corrotta, meno inquinante. Più buono, quindi bella, per dirla come la intendevano ad Atene. E per rimanere nel solco segnato da Socrate, Platone e Aristotele, dentro – e per via – di una nuova Agorà, il web. Quel ‘World Wide Web’, la ‘Grande Ragnatela Mondiale’, padre e madre della democrazia 2.0, finalmente diretta e magari mondiale. Un made in Italy da esportare in Europa passando per le urne elettorali di fine maggio.

Così un tema vero, la denuncia del Movimento 5 Stelle sull’inopportunità malata del minestrone parlamentare sul decreto Imu-Bankitalia, unici a denunciarlo con forza, si è trasformata in una caccia alla donna. A Laura Boldrini appunto, rea di aver applicato, per la prima volta nella storia costituzionale, la cosiddetta ‘tagliola’, lo strumento mozza emendamenti (quelli dei grillini ammassati per stoppare la riforma di Palazzo Koch).

Una questione di merito reale: lo scontro aspro tra una parte del Parlamento e il suo presidente. Niente di nuovo sotto il cielo della storia repubblicana. Se messa così. Se messa come è andata, invece, c’è da riflettere.  

In questo caso, infatti, più che la via di una discussione all’inglese (che non è da sottovalutare o fraintendere: chi vi spaventerebbe di più un tizio che ti dichiara guerra sbraitando, urlando, sudando e gesticolando, o uno che lo fa sorseggiando una tazza di tè), si è chiesto le dimissioni della Boldrini visto che è una donna “senza dignità”, uno “zombie”. C’era una volta la lettera, oggi l’insulto. Tanto che Loredana Lupo, deputata del M5S, ha avuto un sussulto di orgoglio: “Gli attacchi personali sono sempre da evitare, non servono, ma la richiesta di dimissioni è sacrosanta”. Come dire un conto è la politica, un è altro è la logica che tocca agli arbitri la domenica negli stadi.

Parole al vento. Tanto che sulla pagina Facebook di Grillo è comparso un post: “Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?”

Primo: complimenti Beppe, bella domanda pregna di senso. Metodologica.

Secondo: fatta la domanda, lanciato amo e esca, una parte della web-platea-parlamentare si è scatenata in una serie di offese sessiste. E lo staff di Grillo è corso ai ripari: “Prendiamo le distanze dalle offese sessiste dal post di Grillo. I messaggi sono stati scritti nella notte quando non era possibile operare alcun controllo: i messaggi sono stati cancellati”. Ma come, prima lanciate il sasso, poi nascondete la mano. Fate le verginelle del web facendo finta di non conoscere parte dell’antropologia troglodita delle piattaforme social?

Terzo: i commenti, appunto. Quelli della vergogna. Tra gli altri: “La scaricherei in strada, magari fa un po’ di cassa extra”; “Mi farei fare una pompa”; “La metto a pecora e poi la fotto in culo”; “La riempio di botte” “Brucio l’auto”.  Complimenti per la domanda, la censura e per questa frangia della Resistenza, le brigate dello schifo. E una domanda: dov’è il buono e quindi il bello? Dov’è questa nuova terra promessa civile?

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