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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Città conquistatrice

Città conquistatrice

A cura di Fabrizio Bottini

La pervasività pandemica dell'immaginario suburbano

È di questi giorni la notizia di una progetto presentato con successo di immagine alla competizione Lego Ideas da Fabio Biesso, ideatore di un piccolo set che magari potrebbe arricchire la proposta dei regali di Natale 2020 online causa pandemia: il «Bàcaro» veneziano componibile in mattoncini pupazzetti e accessori. Perché come impareranno giocando bambini e adulti futuri auspicabili turisti in Laguna, tra ponti canali palazzi artistici calli e campielli gondole, la magia di Venezia si compone anche delle sue caratteristiche osterie. Posti unici che come spiega il sito della Lego «non si devono confondere con un bar, anche se ci assimigliano, perché lì e solo lì si trovano i cicchetti, spuntini di olive, formaggi, verdure, tramezzini». Ai bambini per ragioni immaginabili non si precisa che quei cicchetti galleggiano come isole veneziane su una vera e propria Laguna virtuale di vino e spritz, ma l'aspetto più curioso di quel Bàcaro componibile è la sua immagine da drive-throug barcaiolo, del tutto analogo a quelli automobilistici degli hamburger e patatine. Il bancone in fatti non è affacciato sul locale, ma direttamente sul canale, dove un signore pupazzetto consuma il suo bicchiere e i suoi chicchetti stando in piedi su una barca. Praticamente, quell'immagine di set componibile forse nell'ansia di inserire troppi caratteri veneziani sovrapponendoli, in un certo strabismo involontrario da cartone animato degli antenati Flintstones, o specularmente dei pronipoti Jetsons, per cui non si dà vita senza organizzazione suburbana automobilistica e relativi stili di consumo.

Anche a Venezia, dove in realtà nessun residente si sognerebbe mai di avvertire il bisogno della barca privata come indispensabile mezzo di trasporto persone e andarci addirittura a farsi un cicchetto. Sono anzi decenni che la città lagunare viene studiata in tutto il mondo proprio come perfetta integrazione funzionale fra normale vita quotidiana (oggi purtroppo molto mortificata dalla monocoltura turistica) e pedonalità. Certo qualcuno la barca privata ce l'ha, ma certe idee della piazzola attracco sotto casa, dello scendere ogni mattina a prendere il veicolo e andarsene qui e là per faccende, sono davvero fuori dalla realtà. Però è immancabile ricordare di aver orecchiato infiniti bambini turisti che chiedevano al papà: «ma a Venezia usano la barca come noi la macchina?» e il papà automatico rispondere rassicurante che certo, si era così, che altro, anche senza alcun riscontro. Adesso possiamo dire che il riscontro ce l'ha, almeno in quel grazioso Bàcaro della Lego, involontariamente realistico quanto un pomeriggio di Fred e Wilma al centro commerciale dell'età della pietra, e che avvicina Venezia alla sua Terraferma detta Città Diffusa Veneta, emblema di suburbio international style. Tendenze analoghe peraltro si notano addirittura in qualche scelta emergenziale di contrasto alla pandemia, come il Centro Tamponi di Milano, il più grande d'Italia, che racconta la nota ANSA è «allestito nel parcheggio di circa 20mila metri quadri, dove i militari dell'Esercito in forza al Comando di Reazione Rapida della Nato in Italia hanno allestito 8 linee per i test rapidi antigenici, a cui si accede senza scendere dalla propria auto».

Involontariamente surreale tanto quanto il modellino di virtuale Drive-Through lagunare su imbarcazione del Bàcaro, questo incistamento emergenziale automobilistico suburbano dentro la cerchia delle Tangenziali milanesi rappresenta una vera e propria forma di invasione degli ultracorpi, probabilmente del tutto all'insaputa degli ultracorpi stessi. Il contenimento della pandemia, insieme al modus operandi delle forze armate che si prestano a un servizio sanitario complementare usando criteri del tutto propri, diventa un grimaldello per scardinare il tessuto urbano di spazi flussi comportamenti. Dove ci sono quartieri, relazioni di vicinato, esperienza diretta pedonale di ogni luogo, si scaraventa la logica autostradale da distributore di benzina, autogrill, centro commerciale suburbano, completamente segregata, privatizzata, vissuta dentro i confini dell'abitacolo prolungamento mobile dell'abitazione e della privacy. Straniante, e invasivo come sanno essere vere forze di invasione, dentro quella che invece da tempo ci promettono gli assessori essere la Città dei Quindici Minuti, tutta fatta di vicinato, prossimità, piccolo è bello. Niente da fare, qui è invece la cosiddetta Città Infinita e dispersa che piomba sulla testa di tutti con la scusa di arginare la pandemia. Così una sensibilità globale si inventa una Venezia su misura anche per il suburbanita incapace di concepire luoghi non veicolari e segregati. Emergenza o non emergenza, paiono pessimi segnali per la cosiddetta Città Sostenibile.

Riferimenti: Lego Ideas, The Little Bàcaro in Venice La Città Conquistatrice

articolo aggiornato alle 19:57

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