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Giovedì, 28 Marzo 2024
Città conquistatrice

Città conquistatrice

A cura di Fabrizio Bottini

Bike Grabbing

Curioso che l’acronimo scelto per il nuovo anello turistico ciclabile attorno al centro di Roma evochi con quel Grab il medesimo verbo reso noto dall’accaparramento di terreni agricoli nei paesi poveri. È certo però che l’attenzione quel progetto se l’è accaparrata subito, come capita da tempo con le idee che per promuovere mobilità ciclabile evocano tutt’altro, come nel caso delle varie "bike superhighways" di Londra o Amsterdam, o in Italia quel vagheggiato smisurato percorso VenTo che attraversa tutta la valle padana dal capoluogo veneto a quello piemontese. L’idea di fondo, di questi percorsi urbani o territoriali dedicati, è di dimostrare che allo stesso modo in cui nel ‘900 l’immaginario automobilistico si allargava alle infrastrutture in grado di far conoscere e fruire nuovi territori, oggi anche la bicicletta contribuisce alla conquista di nuove frontiere di fruizione ambientale, urbana, dei beni culturali.

Pare soprattutto rivolto a questo genere di utenza, il Grab romano, che potrebbe anche rivelarsi un modello perfettamente esportabile e declinabile in tanti altri centri storici italiani, dove spesso l’invadenza della mobilità turistica finisce per degradare gli stessi ambienti che il turismo lo attirano. Cosa c’è di meglio, dell’unire lo sguardo ad altezza d’uomo, l’immersione totale nel contesto garantita dalla bicicletta, e al tempo stesso la possibilità di spostarsi su distanze notevoli da un punto di eccellenza all’altro, e attraverso corridoi di paesaggio significativi? Salta immediatamente all’occhio, qui, l’applicazione al contesto dei beni monumentali di un modello già noto per quelli ambientali, delle piste ciclabili immerse in valli fluviali o altre zone di interesse naturalistico. E non si può che aspettare di vedere quali saranno le evoluzioni del progetto proprio dal punto di vista delle trasformazioni d’uso della città, magari della valorizzazione relativa di alcuni punti o tratti sinora non sufficientemente apprezzati o conosciuti. E naturalmente la cosa vale anche per tutti i tentativi (riusciti) di imitazione, che ci aspettiamo numerosi.

Ma varrebbe anche la pena di aspettarsi che quell’infrastruttura leggera e concettuale di cui è composto Grab, riesca ad accaparrarsi ben altri spazi, a partire a quello incluso nella sua orbita di circonvallazione, e a farlo non solo a uso turistico contemplativo, ma anche per le funzioni urbane banali e quotidiane, abitare, lavorare, usare servizi. Se c’è infatti un aspetto troppo spesso relegato in secondo piano dai grandi progetti acchiappa attenzione mediatica, è quello della mobilità dolce corrente, ovvero garantire in qualche modo la presenza di una rete affidabile di nodi e segmenti a relativa continuità, e in corrispondenza di luoghi significativi per le loro funzioni. Mentre al momento attuale, grandi progetti o no, spostarsi in bicicletta resta sempre e comunque una scommessa, a rischio variabile, a cui sono in molti, troppi, a rinunciare in partenza. Speriamo che questa ottima immagine turistica di Bike Grabbing se ne conquisti ancora, di spazio, e che sia spazio davvero per tutti.

Su La Città Conquistatrice una intera sezione dedicata alla Mobilità Dolce 

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