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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Città conquistatrice

Città conquistatrice

A cura di Fabrizio Bottini

Gentrification, cultura LGBTQ e confusione

Confondere i termini, la malattia con la cura, o i sintomi con la malattia, o i fini coi mezzi e viceversa, pare essere diventato non solo uno sport praticatissimo nel mondo delle fake news consapevoli, degli acchiappaclick da vendere agli inserzionisti, ma addirittura della «ricerca scientifica» o sedicente tale. Che nell'ansia di dire qualcosa di nuovo ad ogni costo, imboccare percorsi inediti o prospettive di osservazione interessanti, finisce per applicare i propri pur serissimi e indiscutibili metodi a oggetti di studio davvero improbabili. Con l'aggravante che il metodo scientifico, per sua natura e pregio, consente di essere percorso in entrambi i sensi, e sistematicamente cogliere l'intrinseca bufala, l'inesistenza dell'oggetto di ricerca. E trasformare così in banale e noiosa fantascienza quello che voleva essere un contributo al sapere. Mi è successo un paio di giorni fa, incrociando per caso da una rassegna stampa specializzata un saggio americano di area universitaria economico-giuridica, che si chiedeva sin dal titolo: «Ma le coppie gay e lesbiche sono un fattore di gentrification?».

E proseguiva poi imperterrito ragionando sul fatto che quel tipo di trasformazione urbana-sociale si caratterizza per «il passaggio di alcune aree da una condizione di degrado a quartiere a redditi più elevati». Di cui è importante individuare le cause possibili e i relativi meccanismi dispiegati. Da qui la pensata di verificare un fattore specifico ovvero l'entrata in campo del segmento sociale costituito dalle «nuove famiglie» di persone dello stesso sesso, visto che effettivamente le osservazioni empiriche di casi urbani specifici segnalano una corrispondenza, tra questi nuclei familiari e le trasformazioni dei quartieri. Certo tutto potrebbe anche essere casuale, oppure al contrario magari quelle famiglie sono attratte dalla trasformazione anziché viceversa. Ma per capirlo entrano qui in campo i poderosi strumenti parametrici, statistici, tabellari, formule, grafici, elaborazioni e incroci. Facendoci perdere di vista il senso della domanda iniziale, il fatto che sostanzialmente venga usata come strumento per rivendicare la natura scientifica della dissertazione più che «spiegare il fenomeno», il quale semplicemente (vorrei sostenere senza grafici e tabelle) NON ESISTE.

Ce lo spiega involontariamente la manualistica «teoria della tolleranza» nei processi di sviluppo locale, così come formulata da Richard Florida diversi lustri or sono nel suo successo mondiale Ascesa della Classe Creativa (2002, successive riformulazioni e riedizioni). Che, sottolineiamolo per l'ennesima volta, riguarda appunto i processi di sviluppo locale, e non le trasformazioni urbane classificabili propriamente o soprattutto impropriamente con la «gentrification». Diceva e sostanzialmente ancora oggi dice, Florida, sulla base di casi studio sparsi in tutte le parti del mondo, che un atteggiamento sociale e politico non avverso alla diversità, favorisce l'afflusso e lo sviluppo di soggetti innovativi, a volte anche «in fuga» da ambienti meno accoglienti. Gli stessi soggetti che poi, interagendo tra loro o meglio ancora con l'insieme della società urbana locale, innescano idee, attività, processi, espressi in imprese, servizi, progetti, strategie. Chiamiamo forse gentrification la formazione di quei quartieri etnici fondamentali per lo sviluppo di interi poli commerciali (storicamente ebrei, cinesi, ma non solo)? Semplicemente, le comunità originarie che non innescano vicoli ciechi di interazione-ghettizzazione, ovvero si dimostrano in qualche misura dialetticamente accoglienti, saranno premiate dall'influsso di nuovi stili di vita, e conseguenti processi di innovazione allargati. Lo stesso vale per ogni altro genere di diversità, che aggiungendo complessità all'ecosistema lo rende più vitale, resiliente, competitivo. C'entrano i soggetti LGBT specificamente? O la gentrification comunque inclusa? No e poi no: ficcarcele dentro a forza vuol dire prendere in giro il metodo scientifico, intorbidire le acque, e fingere di aggiungere conoscenze quando invece se ne vogliono produrre di artificiose. Qualcuno le chiama cretinate.

La Città Conquistatrice – Gentrification

Gentrification, cultura LGBTQ e confusione

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