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Martedì, 23 Aprile 2024
Città conquistatrice

Città conquistatrice

A cura di Fabrizio Bottini

Giuliano Pisapia e il diritto alla città

Nella grigia Milano ancora sospesa tra gli strascichi del post-Expo e gli allarmi per possibili attentati che svuotano metropolitane e piazze, è riemersa la faccenda della prossima candidatura a sindaco, ma stavolta in modi che forse vanno ben oltre l'ambito locale, e magari anche italiano. Nei notiziari e sul sito di Radio Popolare corre voce che Giuliano Pisapia ci starebbe ripensando: l'ennesima bufala, buttata lì sui social da qualche buontempone o mestatore nel torbido della pancia collettiva? 

Le motivazioni addotte da Massimo Bacchetta, autore del servizio, sono al tempo stesso vaghe e solidissime: innanzitutto «vox populi vox dei», ovvero che da qualunque sondaggio, spannometrico o sistematico che sia, l'attuale sindaco in carica emerge vincente in assoluto di gran lunga su qualunque altra ipotesi, vuoi di centrosinistra che di centrodestra che di altra provenienza. E quindi sarebbe lui in persona, non altri, a poter garantire quella continuità politico-amministrativa che tutti auspicano, e che rappresenta il migliore viatico per la città che col bilancio post-Expo parrebbe davvero avviata a un ruolo nazionale ed europeo ancora di primo piano.

La seconda motivazione, di carattere diciamo così più politico-politicante, è che pur in piena coerenza con la seria intenzione di rinunciare alla candidatura per promuovere il metodo e la «squadra», oggi il sindaco si trova in un contesto completamente diverso da quando prese quella decisione, poco prima che si inaugurasse Expo: totalmente ribaltato l'atteggiamento del Pd nazionale e locale, partito di maggioranza relativa su cui tutt'ora si poggiano i consensi, e carte ulteriormente confuse dalle pressioni per saltare le primarie e imporre la candidatura «che non si può rifiutare» del supermanager di Expo, Beppe Sala. Però fino a questo punto, mentre montavano le premesse di cui sopra, va detto che sia Giuliano Pisapia che il mondo della politica locale a lui più vicino ribadivano la validità di quanto pur faticosamente metabolizzato in primavera: l'importante è confermare il metodo, gli orientamenti, le strategie, non fare dei forzosi personalismi, assai poco di sinistra per giunta, e che penalizzano l'ottimo lavoro della giunta. Però improvvisamente qualcosa è cambiato, e non ha nulla a che vedere con Milano, il manager Sala, e neppure il Pd romano del presidente del consiglio Matteo Renzi: sono gli attentati di Parigi firmati da Daesh.

Beh, che ci azzeccano, le pur epocali esplosioni e stragi transalpine, l'11 settembre europeo, con la ricandidatura di un sindaco? A parere del sottoscritto c'entrerebbero parecchio, e hanno a che vedere molto sia col profilo specifico di Giuliano Pisapia, che con il contesto in cui si colloca oggi. Un avvocato e politico da sempre interessato sul versante dei diritti, e quindi da molti punti di vista apparentemente «prestato» alla carriera amministrativa locale, di fronte allo scenario che si delinea per le città europee con gli attacchi integralisti avrebbe molto, moltissimo da dire e da fare. Come hanno già iniziato ad avvertirci da qualche giorno gli amici liberal americani da oltre oceano, il riflesso condizionato della reazione poliziesco-militarista agli attentati inizia rapidamente a travolgere il senso comune: limitazioni costituzionali, stato di emergenza, sbrigative misure di ordine pubblico, tutto con apparente gran consenso popolare, finiranno per mettere in gioco la nostra libertà senza che ce ne accorgiamo. E quale migliore luogo per riaffermare invece i diritti, la cultura, la libertà, che non le mille luci della metropoli? Quelle stesse mille luci che il pensiero integralista e reazionario di tutti i colori vorrebbe affievolire, invitandoci a chiudere porte e finestre, restare in casa, pensare solo al lavoro e alla famiglia, meglio se tradizionale? Che senso ha, ancora, ignorare questa sfida alla cultura e ai diritti, che avviene proprio e soprattutto nelle città, facendole governare da un manager contabile, pur efficientissimo? Ci ripensi,  sindaco Pisapia, visto che ci hanno ripensato già gli altri prima di lei, a cambiare le carte in tavola.

Su La Città Conquistatrice qualche considerazione in più sulla difesa di diritti, libertà, e spazio urbano contro i Ragionieri della Notte

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