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Martedì, 23 Aprile 2024
Città conquistatrice

Città conquistatrice

A cura di Fabrizio Bottini

Corridoi europei decisi davanti a un bicchiere di vino

Nessuno di noi, a ben vedere, chiede il ponte o l’autostrada: chiediamo solo di andare da qui a lì, di mettere in comunicazione il qui con il lì. E ci sarebbero tanti modi per farlo, che diventano tantissimi quanto più si dilatano le questioni. 

La parola città poi si presta magnificamente come contenitore, e tutti lì a ficcarci dentro interessi e sparate vertiginose. Emblematico alcuni anni fa l’uso eminentemente strumentale dello slogan Città Infinita, a confondere in un minestrone insondabile ogni concetto smaterializzato possibile e immaginabile, con l’invece assai concreto cemento e asfalto di opere stradali sostanzialmente già concepite sin nei dettagli. 

Pensosi filosofi, cantanti di musica leggera, e in genere un’insalata di personaggi privi di rapporto con il territorio fisico, facevano da cortina fumogena inconsapevole a chi quando parla di città ha le idee molto chiare: metri cubi su metro quadro, incremento di valori immobiliari, trasformazione di inutili campi e boschi in lottizzazioni e svincoli

Gli è andata benissimo, addirittura oltre le aspettative visto che esiste ormai una mezza generazione di studiosi o sedicenti tali, che ha adottato quel termine e lo usa in alternativa a sistema urbano, o regione urbana o simili.

Probabilmente entusiasmati dal metodo, altri pensatori misti della medesima risma si sono trovati recentemente a Berlino, nello studio dell’artista di fama mondiale Olafur Eliasson. Oggetto del convivio, tra piatti prelibati e bicchieri di vino, il rilancio del concetto: da Città Infinita a Metropoli Europa. Ma il metodo non cambia: si parla di qualcosa pensando ad altro. 

Come ci racconta il Corriere della Sera, l’ex assessore alla cultura del comune di Milano, architetto Stefano Boeri, con classico approccio intuitivo e lancio del cuore oltre l’ostacolo, è piuttosto esplicito nell’annuncio: "L’Europa attuale, quella della politica e della cultura, quella geografica e quella sociale, può essere paragonata a un’unica grande città che si estende per migliaia di ettari e al suo interno ospita ancora immensi parchi naturali, come le aree protette delle Alpi o della Scandinavia…".

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