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Giovedì, 28 Marzo 2024
Città conquistatrice

Città conquistatrice

A cura di Fabrizio Bottini

L'Italia non sogna la California

Qualche anno fa in un'epoca generalmente non propensa alla tutela ambientale il Golden State se ne usciva con la singolare sorpresa del cosiddetto SB375. Dietro quella sigla che sta a significare semplicemente Senate Bill più numero d'ordine si celava una intuizione consequenziale e razionale importante, a sua volta successiva all'approvazione di altre leggi ambientali e sulle emissioni: non ha senso affermare dei principi pur indiscutibili quando a metterli in discussione sono le pratiche quotidiane a cui un popolo è praticamente obbligato dal contesto.

Quel «contesto» in California altro non era se non l'inveramento pratico del Sogno Americano, ovvero la casa unifamiliare immersa nel verde per tutti. E partiamo dalla fine, da quel per tutti, che nel gergo immobiliarista si traduce nello slogan Continua a Guidare Finché Non Trovi Quel Che Cerchi. La villetta familiare con giardino alla portata del Fantozzi di turno sta a parecchi chilometri dal centro rigorosamente in auto (perché il trasporto pubblico storicamente non si addice alle basse densità) pompando benzina bruciata nell'atmosfera. Per tutti, e immersa nel verde, determina la bassa densità di cui sopra, edifici da uno o due piani, separati dai giardini privati, dalle strade e stradine di vario ordine e grado, occupano un sacco di spazio per abitante, e quel genere di costruzione monofamiliare ha anche un'altra caratteristica di solito sottovalutata negli effetti negativi, ed è quella di non essere adatta a contenere altro che la famiglia residente. Il che introduce il termine tecnico zoning segregante a chiudere il cerchio.

Azzonamento rigido divisivo, ovvero secondo le regole urbanistiche (dettate da altre misteriose regole «di mercato») più o meno accettate ovunque per grandissimi tratti di territorio ci potranno essere solo quegli edifici con quella funzione ovvia. Ne nascono per esempio le premesse perché cresca il centro commerciale scatolone separato, lontano, pressoché impossibile da fruire senza l'automobile anche perché per ragioni tecniche sarà circondato da corsie pseudo-autostradali. E anche il centro commerciale subisce identici condizionamenti, e sta insieme a fabbricati e usi analoghi, segregato rispetto agli uffici, o alle fabbriche o a certi servizi.

Sono vasi assolutamente non comunicanti, o meglio che comunicano solo attraverso la rete delle superstrade, quindi dei condotti petroliferi di carburante a pompare senza pietà inquinamento ed emissioni clima-alteranti. Tornando al principio: il Senate Bill 375 si accorge di questo «difetto di sistema» che impedisce di inseguire seriamente stili di vita sani e meno dannosi all'ambiente, e in breve stabilisce che: le Amministrazioni Locali per ricevere fondi statali su politiche (per esempio i trasporti) in grado di incidere nell'organizzazione del territorio, dovranno redigere piani e programmi per promuovere «insediamenti misti e densità più elevate». Ovvero qualcosa di assai diverso dalle dispersione di villette centri commerciali e capannoni collegati da svincoli e multi-corsia. Non perché «la villettopoli è brutta e senza anima» come direbbero tanti nostri ambientalisti romantici, ma perché oggettivamente da quella dipende l'alterazione del clima.

E veniamo in Italia nel dopo pandemia, con migliaia di appelli apparentemente progressisti a «rilanciare territori» interni, depressi, in difficoltà, in crisi sociale o che, magari approfittando dei finanziamenti europei della ripresa resiliente: esiste da qualche parte del ragionamento una vaga traccia della filosofia da cui in una situazione estrema è nato quel SB375? Parrebbe proprio di no, nonostante i peana variamente sostenibili e l'ambiente di qua il paesaggio di là la sostenibilità signora mia non è certo in discussione eccetera.

Addirittura comica è la moda di riferirsi oggi a varie diverse cose chiamandole sempre «borgo», che si tratti del cascinale in collina o dell'intero paesello ex contadino abbandonato in Appennino, o del centro storico di una cittadina di tutto rispetto lasciato al degrado dai suoi abitanti per andarsene proprio nella locale villettopoli. Borgo altro non è che la traduzione letterale quasi Google di 'Burb, l'abbreviazione di suburbio, ovvero della dispersione per eccellenza contro cui nasce SB375 auspicando più città e non di meno, e facendolo esattamente per ragioni di ambiente, società, sostenibilità, qualcuno aggiunge sopravvivenza della civiltà. Ma qui non se ne vede traccia, siamo troppo impegnati a strillare slogan senza capirci nulla.

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