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Giovedì, 25 Aprile 2024
Città conquistatrice

Città conquistatrice

A cura di Fabrizio Bottini

L'Abbeveratoio della Notte

Inizia di soppiatto a metà pomeriggio del venerdì con movimenti quasi impercettibili di persone e cose. Roba minima davvero a cui non si farebbe caso da nessuna parte e soprattutto non a poche centinaia di metri dalla stazione ferroviaria, della metropolitana, dell'incrocio di tante decine di migliaia di esistenze quotidiane in transito e breve sosta. Il primo che si nota senza davvero farci caso è il tizio che spinge un carrello del supermercato attraverso il parcheggio quando quel supermercato in realtà è chiuso da parecchi anni e non può aver fatto così tardi. Infatti non sta portando nessuna spesa nel baule dell'auto perché arriva al cordolo del marciapiede a ridosso dell'edificio «in attesa di ristrutturazione» come annunciano i festosi cartelli e ci scarica delle casse di birra impilate. Il carrello poi sparisce in qualche angolino fetido dove lo ritroveremo ancora più fetido alla fine delle ostilità a volte con il gettone di prelievo ancora dentro la fessura. Ma ci sono altri movimenti da tenere d'occhio: quelli di alcuni veicoli che collocandosi via via in posizioni anomale chiave nel parcheggio delimitano un territorio impedendo di fatto l'accesso a ignari indesiderati intrusi su quattro ruote. E preparano il campo al modesto deus ex machina che chiude il cerchio dei preparativi: il furgone che si posiziona all'accendersi dei primi lampioni stradali e da cui sbucano efficientissimi posatori di sedie e tavolini abusivi: è il Dehor della Periferia Sfigata.

In fondo è da parecchio che si materializza negli spazi esterni e in qualche modo impropri della città ciò che in centro assume il nome convenzionale di Movida. È la colonizzazione dei chioschi dei furgoncini della ristorazione, degli ambulanti armati di qualche sacchetto o carrellino, più simili a venditori da spiaggia che ad altro. E soprattutto dell'utenza, dei clienti che approfittano dell'offerta. Gente che sta passando in auto e parcheggia dove capita per servirsi all'abbeveratoio intravisto dal finestrino, o clienti appiedati che sbucano da ogni anfratto entro un raggio di alcune centinaia di metri, più o meno compresi tra la barriera ferroviaria che delimita la città compatta, e quella autostradale che segna il margine urbano. Folla schiamazzante, volgarotta e brilla per definizione, anche quando non dà in particolari e moleste incandescenze, e che come ben sappiamo da frequentatori correnti diurni dei medesimi luoghi altro non è se non una estrema concentrazione sovraffollata dei personaggi che in genere si vedono solo su qualche panchina o marciapiede armati di bottiglia di birra e confezione di junk-food. Che poi buttano vuoti o semivuoti dove capita, dove si trovano, dove appare più elegante al loro stordito senso estetico e simbolico, un po' come fanno i cani sugli angoli.

Gli stessi cani che qualche proprietario durante la serata e la nottata vorrebbe portare a fare il giretto come al solito, tagliando o aggirando a seconda dei casi quella sarabanda. Certamente entusiasti i quadrupedi dell'orgia di stimoli olfattivi lasciati dagli umani a marchiare il territorio. Un po' meno contenti i padroni quando sentono sotto le suole il sinistro scricchiolio dei vetri rotti, o rischiano di cadere scivolando su una bottiglia intera lasciata nell'erba, o di rovinarsi l'orlo dei pantaloni su qualche cumulo di rifiuti sparsi tra piazzole e bivacchi. Non si ha notizia sinora di lamentele per vere e proprie molestie ma sembrano esserci tutti i presupposti perché prima o poi succeda, speriamo in forme solo blande e fastidiose. Ma di sicuro c'è il disagio di trovarsi praticamente sotto casa ogni fine settimana quella bolgia che assume tra centro e propaggini le dimensioni del mercato rionale del giovedì tenuto nel medesimo parcheggio. Salvo appunto essere un evento formalmente abusivo e anche organizzativamente abbastanza improprio, quella la principale differenza netta con la Movida delle vie centrali. Interpellata per il momento in forme solo ufficiose, l'amministrazione municipale risponde che «non si può fare niente» e ci vuol pazienza. Probabilmente confidando nel Deus Ex Machina del sempre imminente cantiere di ristrutturazione dell'immobile abbandonato attorno al quale si sviluppa l'Abbeveratoio della Notte. Ma deve andare proprio così? Anche senza voler essere tutti Law & Order almeno un po' più di pulizia, meno baccano, meno pipì direttamente sui piedi, potremmo meritarceli.

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L'Abbeveratoio della Notte

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