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Giovedì, 18 Aprile 2024
Città conquistatrice

Città conquistatrice

A cura di Fabrizio Bottini

Meno incidenti stradali? Ecco come

Ci sono due spiegazioni, entrambe validissime, sul perché avvengono tanti incidenti stradali, specie del tipo che coinvolge una parte debole (il pedone o ciclista) e una forte (il veicolo meccanico). La prima spiegazione è molto profonda e significativa, riguarda la storia recente della nostra civiltà, e richiede un briciolo di riflessione. Infatti, quando abbiamo cominciato come società ad approfittare degli strumenti che ci mettevano a disposizione le tecnologie l'abbiamo fatto con straordinario entusiasmo: finalmente non eravamo più incatenati a un luogo, potevamo spostarci a piacere da lì e andare in un altro, libertà, libertà, libertà!

Per aumentare questa nostra libertà abbiamo fatto di tutto per abbattere anche gli ostacoli che ancora si mettevano di traverso, fra noi a cavallo del nuovo trabiccolo tecnico e la nostra meta: dal terreno fangoso, ai corsi d'acqua, ai dislivelli. Tutto bene e tutto ovvio, ma via via le cose hanno cominciato a sfuggire di mano quando si ragionava troppo in funzione della macchina e dello spostamento, molto meno in funzione dei luoghi dentro cui spostarsi. Risultato: quei luoghi sparivano uno dopo l'altro, e tutto si trasformava in un universo identico e tutto su misura per la macchina, un universo di binari, corsie, sovrapassi, sottopassi, bretelle, slarghi, nodi. Per noialtri che avevamo inventato tutto il marchingegno, al massimo, restava qualche angolino, un sedile, una strisciolina giusto per andare da qui a lì dentro il mega svincolo, poco altro.

Sono passati tanti anni, di questo lavorio incessante, e pur senza perdere la passione per il gioco abbiamo anche cominciato ad accorgerci di quanto, anche solo dal punto di vista statistico, ci fosse qualcosa che non andava: erano decisamente troppi quelli che invece di approfittare degli appositi angolini e striscioline a loro riservati dentro la grande macchina della mobilità universale, decidevano chissà perché di prendere una scorciatoia. Che si rivelava fatalmente una scorciatoia per l'ospedale, o peggio: gli incidenti stradali diventavano via via meno incidenti, e più fatto del tutto normale. Quel modello non funzionava affatto, ce ne voleva un altro meno costruito attorno alla macchina, e più adeguato al suo contenuto umano. Ma dal dire al fare c'è di mezzo un sacco di tempo. E allora entra in campo la seconda spiegazione, assai più terra terra, degli incidenti stradali, citata all'inizio: un incidente stradale consiste in genere nell'urto di un pezzo meccanico contro un corpo vivo. Crash!

Quello, non ha alcun bisogno di spiegazioni contestuali e filosofiche, salvo articolarsi proporzionalmente in botte piccole, medie, grandi, o magari solo rischiate ed evitate per un pelo. Questa articolazione si chiama velocità di spostamento, in rapporto alla capacità umana di riflessi e reazione, un altro dei nostri problemi di rapporto con la macchina. Ma qui a differenza che nel primo caso dell'universo plasmato sulla mobilità meccanica, dal dire al fare potrebbe esserci di mezzo pochissimo, ovvero l'introduzione del dispositivo ISA, intelligent speed adaptation. Si tratta di un modo per limitare la velocità dei veicoli automaticamente (scavalcando la nostra inadeguatezza) nelle zone in cui questa sarebbe particolarmente pericolosa. Così, aspettando fiduciosi la necessariamente lenta ricostruzione dei nostri territori in forme più sicure e abitabili, sia per noi che per la mobilità che continuiamo ad apprezzare, e aspettando altre mirabolanti innovazioni, dall'auto a guida totalmente automatica al teletrasporto stile Star Trek, firmiamo tutti l'appello di chi chiede un piccolo adeguamento al Codice della Strada. Non potremo che guadagnarci tutti: le nostre città e territori, la nostra voglia di spostarci rapidamente e in sicurezza, i rapporti con gli altri che si stanno muovendo accanto a noi.

L'appello e ulteriori particolari al sito Un Filo di Sicurezza 
Articoli sulla mobilità urbana al sito La Città Conquistatrice

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