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Giovedì, 25 Aprile 2024
Città conquistatrice

Città conquistatrice

A cura di Fabrizio Bottini

La sicurezza urbana cammina e affronta il rischio

Leggevo recentemente nella recensione di un libro dedicato alla «filosofia del passeggio urbano» come la pratica del cosiddetto Flâneur – come si viene a denominare dal XIX secolo dei primi mezzi di trasporto meccanici – non si debba considerare proprio tutta rose e fiori. Il che forse potrebbe entrare in conflitto con certe narrazioni consapevolmente stupidotte inventate di recente solo per promuovere la mobilità dolce, in cui chi sta incastrato nell'abitacolo di un veicolo dentro il mega-ingorgo metropolitano soffre le pene psico-socio-sanitarie dell'inferno, mentre chi si muove a piedi o in bicicletta magicamente si ritrova (pur abitando sostanzialmente i medesimi luoghi dell'automobilista) dentro un Eden di pace, solidarietà reciproca, pulizia e spettacolari panorami dello svincolo bloccato. Il racconto del Flâneur onesto e coerente, che i proseliti li vuole eventualmente fare tra chi è consapevole, suona piuttosto diverso da questi rendering di architetti dei percorsi ciclopedonali nel parco: camminare la metropoli di giorno, di notte, nell'ora di punta o di morta, vuol dire sempre imparare ad accettarne realisticamente anche i rovesci della medaglia, che magari non risultano poi a ben vedere tanto tremendi.

Anzi guardando ancora meglio, e dal punto di vista della «sicurezza urbana» tanto praticata oggi dalle politiche di ogni colore, proprio la pedonalità e contatto diretto si impongono come antitesi dialettica dell'approccio militare-veicolare industrialista e marcatamente di destra. Oltre che abbastanza ottuso come vedremo. Ricordiamo brevemente qui le origini di quella che è diventata poi nota come «Teoria della finestra rotta» ma la cui genesi parte invece dal finestrino di un'auto considerato da pedoni di passaggio. La teoria, che si lega direttamente al pattugliamento dei quartieri e alla loro sicurezza, nasce dal bisogno di controllo, dissuasione, repressione eventuale dei comportamenti antisociali, a loro volta allargati dalla maleducazione al crimine vero e proprio perseguibile e da reprimere. L'approccio tradizionale recente poliziesco aveva finito per adottare una soluzione automobilistica: la città si adegua all'auto, la polizia urbana fa altrettanto. Pareva tutto ovvio e meccanico finché non si cominciarono a guardare le statistiche, là dove indicavano chiaramente una infinitamente maggiore efficacia dei pattugliamenti a piedi, ovvero del «Poliziotto Flâneur». Accadeva guarda caso negli stessi anni '70 in cui entravano in crisi tanti altri pilastri del XX secolo meccanico industrialista veicolare e democraticamente gerarchico. Per veder emergere un nuovo ruolo della partecipazione diretta dei cittadini anche nelle politiche urbane di sicurezza. Come?

Scendendo virtualmente anche loro dall'automobile e percorrendo gli spazi urbani con l'attenzione necessaria a notare cosa funzionava e cosa invece andava migliorato: la pulizia, la manutenzione, la funzionalità, i rischi, i comportamenti. Appunto: dalla maleducazione al reato, casi in cui doveva subentrare in qualche modo la forza di polizia vera e propria, secondo una normale divisione del lavoro. Insomma più pedonalità (magari accelerata da dispositivi a propulsione umana come una bicicletta un monopattino uno skate …), più ambienti che si fruiscono direttamente passeggiandoci dentro, meno rischi, o più precisamente meno rischi non gestibili, aggirabili, rimediabili dal cittadino stesso, che li accetta come ingrediente normale della propria giornata, dalla cacca di cane sul marciapiede ai parcheggiatori abusivi ai ladruncoli vagabondi. Insomma ciò che nella interpretazione delle destre classiche diventa la ronda dei volontari che «si riappropriano della città» improvvisandosi autoproclamati agenti di complemento, magari attrezzati di armi improprie, in una lettura più informata e progressista viene riassorbito nella normale pratica di cittadinanza consapevole: cammino, vedo, tocco, mi adeguo o reagisco all'eccesso di anomalia. Tutto nella coerente scia dei primi passeggiatori della modernità quando scoprivano dal nulla gli stimoli inediti che avrebbero poi ispirato le avanguardie artistiche. Pare poco? E tutto semplicemente facendo ciò che abbiamo imparato circa a un anno di età.

La Città Conquistatrice – Mobilità Dolce 

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