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Venerdì, 19 Aprile 2024
Città conquistatrice

Città conquistatrice

A cura di Fabrizio Bottini

Urbanistica e trasporti si ignorano nei piani

«Affinché la norma giuridica produca effetti rilevanti e duraturi è necessario che la maggior parte dei membri della società l’abbia accettata a partire da motivazioni adeguate, e reagisca secondo una trasformazione personale», così Papa Francesco nella sua innovativa storica enciclica ecologica Laudato Si, ci ricorda quanto spesso il puro appellarsi ad alti principi, o affidarsi alla meccanica di leggi percepite come burocratiche, o repressive, possa essere controproducente, inducendo effetti opposti a quelli sperati e intesi. E ci dice anche, implicitamente e con la leggendaria prudenza che di solito chiamiamo «curiale»: per le questioni ambientali, delicatissime, bisogna imparare a entrare nella testa della gente, ragionare sui comportamenti, le reazioni spontanee, la consapevolezza più o meno diffusa di quel che si sta facendo. Questa citazione del Papa, l'ho ritagliata dall'ultima pagina di un documento appena definito dal Comune di Milano, AREA B, le cui prescrizioni entreranno in vigore ufficialmente dalla fine di questo inverno. Si tratta di un provvedimento del settore trasporti per la qualità dell'aria e il contenimento delle emissioni, che gradualmente esclude da buona parte del territorio comunale i veicoli più inquinanti, predisponendo accessi controllati elettronicamente.

Ma pare che, a parte la lunghissima citazione dell'enciclica papale in conclusione, il percorso per «far accettare con motivazioni adeguate» la norma giuridica alla società sia piuttosto contorto, tanto quanto risulta contorta la perimetrazione di questa Area B: non segue come potrebbe i confini amministrativi, ma disegna importanti eccezioni, zone franche dell'inquinamento accettabile, a loro volta articolate tra comprensibili e davvero incomprensibili. Qualche esempio di quelle comprensibili sono i «corridoi urbani» dagli anelli autostradali e attestati su alcune funzioni chiave: l'arena sportiva di livello europeo, l'eccellenza sanitaria pure di prestigio quantomeno nazionale, poli di interscambio distributivo. Lì in sostanza si sono organizzati dei veri e propri cul-de-sac veicolari che funzionano come tali, si entra si scambia e si esce. Ma c'è dell'altro molto meno comprensibile, e sono delle versioni mutanti degli antichi «cunei verdi di penetrazione», quelli che nella pianificazione urbanistica fungono da raccordi tra il verde agricolo urbano e quello metropolitano-territoriale. Guardando con attenzione il perimetro di Area B si nota una particolarità.

Quei cunei di verde lasciati chissà perché fuori sono tutti, indistintamente: a) percorsi da qualche stradina ex poderale e b) comunicano con un altro territorio comunale dove non c'è alcuna restrizione ai veicoli circolanti. Chi quelle strade le conosce e le frequenta, sa benissimo come già oggi, senza alcuna limitazione salvo un paio di cartelli di divieto di passaggio ignorati dai più, siano la scorciatoia anti ingorghi o anti code di pendolari, trasportatori, artigiani, operatori dei mercati rionali che aggirano le arterie principali o qualche tratto di sistema tangenziale autostradale. Cosa può succedere (cosa probabilmente succederà) mettendo soglie elettroniche di controllo dei veicoli ai varchi di ingresso ufficiali alla città? Succederà che quelle campagne residue si riempiranno di transfughi inquinatori che le usano esattamente come da modellistica, salvo che per il motivo diametralmente opposto. E una campagna che diventa zona di traffico molto intenso e inquinante ha subito di fatto una «variante di destinazione d'uso» fondamentale, per quanto non formalizzata dal piano urbanistico. E probabilmente la formalizzazione non tarderà ad essere richiesta dai soliti, sempre in agguato su queste cose: prima allargare la carreggiata per la sicurezza, poi consentire qualche allargamento di edifici, aree sosta e così via. E tanti saluti al cuneo di verde agricolo. Il tutto perché pare che gestione del territorio che sta fermo, e gestione del territorio che si muove, si ignorino vicendevolmente, non sappiamo se per favorire una sana lottizzazione tra correnti politiche, o per totale dabbenaggine. Qualcuno conosce la risposta?

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