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Martedì, 16 Aprile 2024
Nel nome del Padre

Nel nome del Padre

A cura di Gloria Callarelli

Gigliola guarita a Medjugorje dalla Sclerosi ci racconta: "Ho visto Gesù"

Vedere Gesù, tornare a camminare, ritrovare la fede: tre miracoli, un solo straordinario cammino quello di Gigliola Candian guarita a Medjugorje dalla Sclerosi multipla. Noi l’abbiamo intervistata e ci ha rilasciato con meravigliosa semplicità una testimonianza, pacata, forte, commovente di quella che è la sua storia iniziata alcuni anni fa con la brutta malattia ma culminata con l’amore della Madonna e soprattutto di Gesù che ha sentito sempre vicino.

"HO VISTO GESU'". Un’esperienza sconvolgente se si pensa che anche per ben due volte lo ha visto. Ecco come ce lo ha descritto: “La prima volta fu nel 2013. Ero immobilizzata sulla mia carrozzina e stavo guardando la messa in televisione quando sull’Eucarestia ho notato il suo volto. Ho provato imbarazzo e ho chiesto a diversi sacerdoti se era una cosa possibile. Mi hanno risposto di no che imprimono sulla particola la sigla IHS o la croce”. Che non era frutto della sua immaginazione lo scoprì molto presto: “Il giorno in cui sono guarita ho sentito un gran caldo alle gambe e poi ho visto di nuovo Gesù. Era bellissimo: occhi celesti, capelli lunghi e sorrideva. Assomigliava molto a quello della Divina Misericordia apparso a Santa Faustina Kowalska. Sembrava davvero in carne e ossa. Cosa ho provato nel vederlo? Un’immensa fitta al cuore”. Insomma come essere innamorati, una sensazione che “accade quando nel cuore senti la preghiera”, ci confida con tenerezza.

DAL CALVARIO ALLA FEDE. Prima del suo calvario, Gigliola era una mamma e lavoratrice a tempo pieno di Fossò a Venezia. Casa, lavoro, alti e bassi. Credente si ma senza affanni. Una vita normale. Ad un tratto, nel 2004, viene sconvolta da una malattia terribile, la Sclerosi multipla. La colpisce una forma violenta tanto che anche i medici si lasciano scappare esclamazioni come “Mai vista una cosa simile”. La malattia, che la costringe sulla sedia a rotelle, a detta di tutti si può curare, con un’adeguata assistenza, ma non si può guarire. Un fulmine a ciel sereno insomma di quelli che stravolgono l’esistenza e la vita familiare. Così tra una corsa in ospedale a Mestre e una a Milano, Gigliola decide di ascoltare gli zii e prova ad andare a Medjugorje. Siamo nel 2011. Dopo il viaggio torna diversa come spesso accade. Quel paesino, dove si dice appare la Madonna, le lascia qualcosa: la fede, ad esempio. Ma anche una speranza. Adesso crede nella preghiera, nella messa e nei sacramenti e ritrova anche la voglia di andare all’adorazione eucaristica. In altre parole quel viaggio le lascia quella che viene definita una “guarigione spirituale”.

IL MIRACOLO. Al primo pellegrinaggio ne seguono altri fino a settembre 2014 quando quel paesino adagiato sulle colline della Bosnia-Erzegovina le lascia ancora un dono da portare con sè e testimoniare al mondo: la “guarigione fisica”, la possibilità di camminare ancora. In parole povere quello che si chiama un miracolo. Chissà cosa può provare chi ha ricevuto una tale grazia: “Non mi sono mai chiesta perché proprio io. Sai forse doveva semplicemente andare così. I medici hanno visto una frattura alla colonna vertebrale, ma io sono qui che cammino ancora. Nel mio primo viaggio è avvenuta la mia conversione spirituale - dice -  credo sia stata indispensabile perché avvenisse quella fisica dello scorso settembre”. Il miracolo avviene durante una messa di guarigione e liberazione: “Un sacerdote mi ha fatto un’imposizione delle mani e sono caduta a terra nel cosiddetto riposo dello spirito per 40-45 minuti. Ero in un’altra dimensione piena di serenità, non potevo muovermi ma sentivo tutto. Ho cominciato a piangere. Poi, quando mi sono risvegliata, e prima di sedermi di nuovo sulla sedia a rotelle, il padre mi ha detto di fidarmi di Gesù e ho provato a camminare. Ho sentito qualcosa o qualcuno che mi spingeva. E da quel momento la mia carrozzina è finita in un angolo, e cammino, certo sempre con qualche difficoltà, ma cammino di nuovo”. Una testimonianza toccante, forte nella sua semplicità e verità. Ogni parola di Gigliola arriva dritta al cuore perché “le testimonianze sono importanti per far capire che Dio esiste”. Basta ascoltarla, vederla o incontrarla per capire quanto è vero.

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