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Giovedì, 18 Aprile 2024
Nel nome del Padre

Nel nome del Padre

A cura di Gloria Callarelli

Storie - Il “Signore dei miracoli” e la profonda devozione della comunità peruviana

Il Suo volto e tutto il Suo corpo in croce sono stati dipinti su un muro nel 1651 a Lima, in Perù. Gesù Cristo è rappresentato in tutta la Sua sofferenza ma anche in tutto il Suo mistero di speranza e amore. E’ il “Signore dei miracoli”, l’immagine di Gesù vista attraverso gli occhi e la mano di uno schiavo proveniente dall’Angola capace di resistere a due terremoti e diventata presto venerata in tutto il mondo.

IL SIGNORE DEI MIRACOLI. Come ci ricorda Padre Emerson Campos Aguilar, coordinatore nazionale della conferenza episcopale italiana dei migranti di lingua spagnola, peruviano, il beato negrito "non è un artista, ma dipinge per devozione personale: ha bisogno di essere capito e accolto e questa comprensione la trova guardando Gesù in croce e il suo volto". Un mistero che è riuscito a prendere vita grazie a Cristo sopra ad un anonimo muro di Lima. Ma come siamo abituati a conoscere, il Signore sceglie tra gli ultimi e tra i più umili i suoi “messaggeri”. Così, quando nel 1655 un terremoto sconvolgente distrusse buona parte delle abitazioni e delle costruzioni di Lima, lasciando però intatta l’immagine dipinta, la devozione per quell'immagine degli "ultimi" si diffuse a macchia d’olio. Come è stato possibile che, in mezzo a tante macerie, proprio quell’immagine restò perfettamente integra? Un miracolo che ha scosso nel profondo l’intera comunità peruviana. Come racconta lo stesso padre Emerson: "La devozione popolare, a quel punto, cresce così tanto che le autorità civili e religiose proibiscono il culto e provano a cancellare l’immagine dalla parete, però senza riuscirci. Il 14 settembre 1671 si celebra la prima messa dedicata al “Senior de los Milagros”, poi nel 1687 un altro terremoto devasta Lima, ma la parete resta ancora una volta in piedi". La gente piano piano vuole sentire quell’immagine sua, la vuole pregare dentro il suo cuore, e chiede una copia della venerabile immagine. Una richiesta sempre crescente che fa in modo che vengano dipinte altre copie". Una diffusione e una tradizione arrivata fino ai giorni nostri. Un culto tale che da maggio 2010 il Signore dei Miracoli venne dichiarato ufficialmente patrono del Perù. La sua celebrazione è considerata la tradizione cattolica con il più alto numero di partecipanti in tutto il mondo e la confraternita omonima, incaricata di portare l’immagine in processione, veste di colore viola in onore di Antonia Maldonado, l’indigena che in Perù fondò un ordine di religiose vestite di viola e che fu sempre legata all’immagine sacra.


LA COMUNITA' IN ITALIA. La devozione non ha barriere e raggiunge anche i peruviani che sono stanziati in Italia. Nel nostro Paese i migranti del Perù sono 109.851 e sono la comunità sudamericana più presente in Italia, prima dei migranti dell’Ecuador e dei brasiliani. Una comunità con radici profonde nella fede e, come ha sottolineato uno dei rappresentanti delle 24 comunità dei migranti in Italia riunitisi lo scorso giugno a Bologna, monsignor Andrea Cagnato responsabile regionale Migrantes dell’Emilia Romagna: "Questo tempo che chiede a tutti di essere all’altezza delle difficoltà. Voi siete apostoli della misericordia perché portate una fede incrollabile in Cristo, perché Lui era la Vita, e per questo Lui non passa, non è come una moda. Molti ancora oggi non comprendono questo messaggio di vita e di speranza, e perciò finiscono con il desiderio di cancellare il Crocifisso. Ma se ci fidiamo di Gesù nessuno potrà toglierlo dal nostro cuore. Questo perché la fede non è privata, ma condivisa, fatta in comunità che è una processione e una evangelizzazione. Noi siamo un popolo e non un’isola che prega per conto proprio. Il miracolo più grande non è la guarigione da un male fisico, ma avere fede. Quella fede che ci rende persone capaci di fidarsi di Lui anche nei momenti di maggiore difficoltà, sapendo che il crocifisso resta in piedi anche quando tutto crolla".  

LA MISSIONE DETTATA DA PAPA FRANCESCO. La missione, ora, per la comunità di peruviani e in particolare per la confraternita del Signore dei miracoli è solo una e le direttive arrivano nientepopodimeno che da Papa Francesco: “La Confraternita deve essere scuola di preghiera”.  L’importante, come insegna l’esempio del Signore dei Miracoli, è solo una cosa: avere una fede incrollabile.

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