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Venerdì, 19 Aprile 2024
Sesso e dintorni, il dottore risponde

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A cura di Dottor Andrea Militello

I farmaci gastroprotettori possono aumentare i livelli di prolattina

Negli ultimi decenni, gli inibitori della pompa protonica (PPI) sono stati ampiamente utilizzati come pilastro per il trattamento e la prevenzione degli effetti collaterali gastrointestinali, del reflusso gastroesofageo e dell'ulcera peptica. Tuttavia, il loro profilo di sicurezza è stato recentemente messo in discussione dopo che i rapporti li collegavano a diversi effetti collaterali e malattie renali.

L'omeprazolo, uno degli IPP maggiormente utilizzati, è quasi interamente metabolizzato dal fegato ma i metaboliti risultanti vengono escreti per via renale. Questi metaboliti possono inibire il citocromo P450 2C19 (CYP2C19) e il citocromo P450 3A4 (CYP3A4) in modo reversibile, ma come suggeriscono recenti prove possono anche essere coinvolti nel causare malattie renali. In caso di disfunzione renale, questi metaboliti non saranno escreti dal corpo e si accumuleranno ulteriormente causando danni ai reni e inibendo in misura maggiore gli enzimi CYP.

Livelli anormalmente alti di prolattina sierica che portano alla galattorrea possono essere il risultato di un tale accumulo. Non dimentichiamo che tra gli effetti della prolattina alta, in andrologia, riconosciamo una delle cause ormonali della disfunzione erettile. In pazienti con malattia renale accertata e velocità di filtrazione glomerulare ridotta l'uso degli IPP deve essere valutato accuratamente. La clearance ridotta dei loro metaboliti può portare alla progressione della malattia renale e portare a più effetti collaterali indesiderati.

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