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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Sesso e dintorni, il dottore risponde

Sesso e dintorni, il dottore risponde

A cura di Dottor Andrea Militello

In che modo la prostatite può essere causa della disfunzione erettile

In molti anni di attività ambulatoriale clinica ho notato come i pazienti giovani affetti da prostatite associno tra i sintomi descritti anche un calo della prestazione sessuale, che talvolta sfocia in una transitoria ma importante disfunzione erettile.

La prostatite è un'infezione della prostata causata da un inquinamento batterico o virale, tavolta invece uno stato infiammatorio dove non vi è una componente batterica e quindi non sussiste una infezione, ma è comunque presente una componente infiammatoria che può essere determinata da problematiche urinarie come ad esempio nella sclerosi del collo vescicale o nella stenosi dell'uretra o problematiche di tipo alimentare e talvolta ad un'alterata statica del bacino che comporta di conseguenza un ipertono della muscolatura pelvica con sofferenze vascolari del perineo e della ghiandola prostatica .

Ma per quale motivo la prostatite causa disfunzione erettile? Chiaramente in primo luogo dobbiamo considerare il disagio, ossia il dolore pelvico e il dolore e bruciore che possono conseguire durante il rapporto e durante l'eiaculazione, sia per lo stato infiammatorio ma anche per una ipersensibilità dei recettori tattili, situazione talvolta indicata con il nome di allodinia che causano chiaramente un calo della libido e della funzione erettile. 

Nello stesso tempo dobbiamo anche considerare che i fasci vascolo nervosi che innervano i corpi cavernosi del pene hanno un decorso strettamente in contatto con la ghiandola prostatica. Infatti i fasci vascolo nervosi del pene passano in postero lateralmente alla ghiandola prostatica aderenti e adesi alla capsula della prostata.

Ne consegue che uno stato infiammatorio infettivo della ghiandola stessa può portare a un disturbo della vascolarizzazione dei corpi cavernosi talvolta determinando disfunzione erettile e talvolta determinando una insensibilità del pene. Da considerare in ultimo un fattore molto importante: la liberazione da parte della ghiandola prostatica infiammata di citochine, molecole pro infiammatorie che aumentano lo stress ossidativo e contrastano con la liberazione dell’ossido nitrico, la molecola che induce e mantiene l’erezione. Quando il giovane o l'uomo di media età riferisce una disfunzione erettile al proprio andrologo e urologo è bene dunque allargare le attenzioni non solo a problematiche metaboliche, vascolari, ormonali o psicogene ma escludere anche la presenza di una prostatite subclinica.

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