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Martedì, 23 Aprile 2024
Spazio, l'Universo a casa tua

Spazio, l'Universo a casa tua

A cura di Chi ha paura del buio?

Buon compleanno, Carl Sagan

Oggi avrebbe compiuto 87 anni se la mielodisplasia, un cancro ematico, non l’avesse portato via nel 1996, quando aveva soltanto 62 anni.

Nell’anniversario della sua nascita vogliamo ricordare Carl Sagan come una delle persone che nello scorso secolo più ha contribuito ad allargare i confini dell'umanità. Uno degli individui che più ha tentato di far comunicare questa strana specie di primati chiamata “Homo sapiens” con altre ipotetiche specie intelligenti là fuori. Ha fatto davvero troppo per raccontare tutto in un solo post.

Fu tra i fondatori del programma SETI per la ricerca di intelligenza extraterrestre, insieme a Frank Drake. Sempre con Drake, Sagan ideò anche il celeberrimo messaggio di Arecibo e la placca montata sulle sonde Pioneer 10 e 11, dirette fino alle regioni esterne del sistema solare e oltre.

A Sagan dobbiamo anche la selezione dei contenuti del Golden Record, il vinile partito a bordo di Voyager 1 e Voyager 2, le due sonde che recentemente hanno superato i confini dell’eliosfera.
Molti anni dopo, nel 1990, fu lo stesso Sagan a proporre di far voltare la camera di Voyager 1 per scattare quella meravigliosa foto che ritrae la Terra da oltre sei miliardi di km di distanza. Quella foto che oggi tutti chiamiamo “Pale Blue Dot” e che rimane il selfie più estremo che la nostra specie si sia mai scattata.

All’epoca io ero un bambino e sapevo poco o nulla delle bizzarrie dello spazio lassù come di quelle del mondo quaggiù, ma le sue riflessioni su quella foto furono per me tra gli stimoli più forti che mi spinsero verso il mondo dell’astronomia.
«Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi». Sono frasi che, una volta entrate dentro, ti cambiano per sempre.
«We are made of star stuff». Chissà quante persone come me si sono appassionate al cosmo dopo essere rimaste rapite da frasi come questa.

E vogliamo dimenticare libri come “I draghi dell’Eden” e “Contact”? O l'eccezionale serie di documentari “Cosmos”? O l'impegno di Sagan per diffondere lo scetticismo scientifico contro l’oscurantismo dell’irrazionalità, delle superstizioni e dei pregiudizi? Impossibile commemorarlo in un solo post. Impossibile colmare il vuoto che ha lasciato. Come è impossibile misurare il debito che tutti noi abbiamo nei confronti di questo grande essere umano. 

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