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Venerdì, 26 Aprile 2024
Spazio, l'Universo a casa tua

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A cura di Chi ha paura del buio?

Apollo 11: Giorno 2

Sulla Terra è il 17 luglio 1969, ma dove sono loro non c'è data. Armstrong, Aldrin e Collins si sono ormai lasciati la Terra alle spalle: la sua gravità si fa via via meno intensa. Il lungo viaggio verso la Luna procede a una velocità di crociera di circa 8000 km/h. 

Pochi minuti dopo la mezzanotte l’equipaggio effettua la seconda di una serie di quattro brevi correzioni di traiettoria programmate. Il burst dura appena tre secondi, quanto basta per aggiustare il tiro. Questo è anche un test dei motori del modulo di comando Columbia, che di lì a un paio di giorni dovrà immettere i tre astronauti in orbita lunare e poi – se tutto andrà bene – riportarli sul loro pianeta madre.

Qualche ora di sonno, e al mattino presto Armstrong, Aldrin e Collins apprendono dal centro di controllo a terra che il vicepresidente Spiro Agnew, entusiasta dei successi finora ottenuti dal programma Apollo, ha annunciato il proposito di portare l’uomo su Marte entro l’anno 2000. Un numero che di per sé suona già fantascientifico.

Sono trascorse 33 ore e 59 minuti dal lancio quando i tre astronauti vengono trasmessi (a colori!) nelle reti televisive di tutto il mondo. Il comandante Armstrong mostra ai numerosissimi spettatori a terra come appare il loro pianeta da una distanza di 210.000 km: è un momento molto emozionante. Aldrin descrive come funzionano le carte stellari utili per la navigazione e si prodiga in alcuni esercizi ginnici, che in assenza di peso risultano piuttosto buffi. È infine il turno di Collins, che spiega in che modo l’equipaggio è attrezzato per mangiare e dormire. La trasmissione dura in tutto poco più di 35 minuti.

Da lassù la Terra sembra una biglia blu, bianca e marroncina, illuminata solo in parte. Una biglia fragile, delicata e miracolosamente sospesa nel vuoto. I tre astronauti sono a poco più di metà strada e hanno ancora due giorni di viaggio prima di inserirsi in orbita lunare. Ormai non si può più tornare indietro, l’unica direzione possibile è quella che punta dritta verso quel grande sasso grigio su cui nessuno, finora, ha mai messo piede.

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