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Giovedì, 28 Marzo 2024
Spazio, l'Universo a casa tua

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A cura di Chi ha paura del buio?

Titano, Encelado e gli anelli

Se avessimo potuto chiedere a Kubrick, Nolan e agli autori di The Ring di immaginare un panorama spaziale futuristico, astratto e vagamente inquietante non avrebbero saputo fare di meglio. Ma questa immagine non è frutto della fervida immaginazione umana: è uno scatto reale realizzato dalla buon’anima della sonda Cassini.

Cassini: avrete capito che siamo nei dintorni di Saturno. Gli anelli li avete riconosciuti. Regali ed eterei come sempre, non hanno bisogno di presentazioni anche se inquadrati quasi di taglio. E lì dietro? No, non è il wormhole di Insterstellar. Non è neanche un nuovo buco nero come M87*. È Titano, il satellite maggiore del gigante gassoso.

Qui la camera di Cassini stava puntando quasi verso il disco solare, quindi ciò che vediamo di Titano è in realtà la sua silhouette, circondata dall’aura che diffonde la spessa atmosfera della luna saturniana.

Titano è l’unico satellite nel sistema solare a possedere un’atmosfera degna di questo nome. E non è neanche particolarmente esotica, con il suo 95% di azoto e 5% di metano. Possiede anche un doppio strato di foschie, visibili in ultravioletto e composte soprattutto da molecole organiche.

Sì, lo so a cosa state pensando ora. State pensando: molto bello Titano, ma cos’è quell’oggetto che fa capolino a ore 4 dalle sue foschie? È Encelado, il satellite di Saturno famoso per la sua superficie ghiacciata e l’intensa attività criovulcanica. Leggende narrano che zoomando smodatamente si riescano a intravedere i pennacchi dei geyser, ma io non li ho trovati.

Entrambi i satelliti possono presentare condizioni favorevoli alla vita, ma ad attirare l’attenzione degli astrobiologi è proprio il piccolo Encelado, al punto che esistono proposal di missioni future per trapanare il ghiaccio e vedere cosa c'è sotto.

L’immagine risale al 2006 e dobbiamo ammettere che è invecchiata benissimo. Cassini si trovava a 3,9 milioni di km da Encelado e 5,3 milioni di km da Titano.

Il trucco per ottenere un’immagine così è uno soltanto: usare un filtro monocromatico in condizioni di quasi controluce. È quello che ha fatto Cassini con la sua narrow-angle camera.

La composizione della scena è perfetta, quasi cinematografica. C’è poco da fare: tra le grandi missioni spaziali degli ultimi anni, quella che porta il nome dell’astronomo di Perinaldo ci ha dato probabilmente le immagini più seducenti e incantevoli.

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