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Venerdì, 19 Aprile 2024
Spazio, l'Universo a casa tua

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A cura di Chi ha paura del buio?

Jocelyn Bell, regina delle pulsar

28 novembre 1967: sono passati esattamente 53 anni da una delle scoperte più rivoluzionarie dell'astronomia, quella della prima pulsar! 

Autrice della scoperta fu una studentessa (dottoranda) inglese, Jocelyn Bell sotto la supervisione del professore Anthony Hewish, uno dei responsabili del Mullard Radio Astronomy Observatory di Cambridge.

La Bell, controllando i dati in uscita dal telescopio (a quel tempo grafici letteralmente su carta) si accorse di alcuni strani "graffi", non imputabili a fonti umane o sorgenti celesti allora conosciute, inclusi altri radioastronomi, fonti radar, senali televisivi, satelliti in orbita attorno alla Terra. Ovviamente l’ipotesi extraterrestre non fu subito esclusa ma la realtà spesso è diversa dai desideri. Analizzò così i grafici dei mesi passati, risalendo fino a quelli di inizio estate di quell'anno, notando che quello strano graffio nel grafico era presente anche prima, e sempre dalla STESSA zona di cielo!

Tali segnali all'interno dei grafici erano inoltre a distanze regolari tra loro, quasi appunto come delle pulsazioni: dopo alcuni mesi di lunghe e complesse analisi finalmente ne erano sicuri, avevano di fronte un oggetto mai visto fino a quel momento, qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la nostra visione dell'universo, la prima PULSAting Radio source, ovvero la prima pulsar!

Successivamente Bell e Hewish scoprirono altre 4 pulsar nel corso dello stesso tipo di analisi, ed alla data attuale conosciamo ormai oltre 2600 pulsar confermate e ora sappiamo essere stelle di neutroni che ruotano molto rapidamente. Le stelle di neutroni furono predette nel 1933 ma rimasero un qualcosa di teorico fino alla scoperta delle pulsar. Si tratta di oggetti incredibilmente compatti, ciò che resta dell’esplosione di una supernova, con campi magnetici molto forti ma non allineati con l’asse di rotazione della stella. Il forte campo magnetico e la rapida rotazione producono un fascio di radiazione che qui sulla Terra viene visto a intermittenza a causa della rotazione della stella, un po’ come se stessimo osservando un faro in riva al mare.

La Bell scrisse un articolo pubblicato poi su Nature, ma il primo autore fu il suo professore, Hewish, successivamente insignito del premio Nobel mentre la Bell fu, purtroppo, ignorata. Il riconoscimento, troppo tardivo, arrivò nel 2018 con il prestigioso Breakthrough Price; l'importante cifra vinta – tre milioni di dollari – fu interamente devoluta dalla Bell per aiutare ragazze, rifugiati e membri delle minoranze a intraprendere carriere scientifiche.

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