rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
@/TRAVERSO

@/TRAVERSO

A cura di Luciano Lanna

Cronaca di un'estate mai cominciata

L’estate è sempre una grande metafora di ciò che accade e sta accadendo nella vita pubblica. Così, per raccontare gli anni ’60 si ricorre sempre alle immagini di un film come Il sorpasso, che non a caso comincia nella Roma “di un Ferragosto qualunque”, in realtà del 1962, con la voglia di andare al mare al ritmo dei dischi di Edoardo Vianello e Gino Paoli, spiagge stracolme, milioni di italiani al volante sulle strade spensierate delle vacanze estive. E per raccontare la fase metà anni Settanta- anni Ottanta non c’è di meglio che  recuperare le immagini dell’Estate romana di nicoliniana memoria, la voglia di riprendersi le città, di godersele, di sperimentare musica dal vivo, cinema, poesia sulle sponde del Tevere.

Ecco, non c’è forse modo migliore per rappresentare la vita quotidiana al tempo della spending review e dell’austerità targata Bruxelles che registrare il mortorio in cui sono precipitate le nostre città, a cominciare da Roma. 

Ancora un paio d’anni fa per molti non c’era neanche bisogno di andare in vacanza per godersi luglio e agosto all’insegna del grande jazz internazionale e della musica di qualità, del grande cinema all’aperto, dei grandi concerti etnici, del cabaret, del teatro in spazi verdi incantevoli. Di tutto questo è rimasto poco o niente, tranne qualche manifestazione eno-gastronomica tutta all’insegna del privato… Roma è diventata un po’ triste, la sera c’è poco da fare. 

In fondo la logica di tagliare sullo spettacolo, sulla creatività, sull’intrattenimento, che non era solo prerogativa tremontiana, produce anche questo. Vengono alla mente alcune parole pronunciate in Parlamento da Victor Hugo nel 1848 contro – già allora! – i tagli alla cultura, che – sosteneva l’autore de I miserabili – “inaridiscono le fonti stesse della vita pubblica” e “a fronte di un miglioramento finanziario incerto prospettano un errore politico certo”. Hugo definiva queste misure – un po’ simili a quelle dei nostri giorni – di “prudenza brutale”. E lo spiegava così: “Si provvede all’illuminazione delle città, si accendono tutte le sere, ed è cosa giusta, i lampioni degli incroci e nelle piazze pubbliche; ma quando si capirà che la notte può scendere anche nelle menti e che bisogna accendere le fiaccole per le idee?”. Non si vive solo di conti in ordine e di astratti pareggi del bilancio. La felicità pubblica verrebbe prima di tutto… 

Si parla di

Cronaca di un'estate mai cominciata

Today è in caricamento