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Sabato, 20 Aprile 2024
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A cura di Maria Carola Catalano

Ru-486 e fecondazione eterologa: le due facce della maternità

In questi giorni il tema della maternità è più attuale che mai. Qualche giorno fa il divieto di fecondazione eterologa è stato dichiarato dalla Corte incostituzionale ed è di oggi la brutta notizia di una 37enne morta a Torino dopo aver assunto la Ru-486 per abortire. Diventare genitore anche quando il proprio corpo o quello del partner non sono predisposti per esserlo da una parte e di dire no ad un figlio quando invece arriva in un momento non opportuno per mille diversi motivi sono oggi scelte possibili. L'argomento è delicato e intorno ad esso si è detto e scritto di tutto. Semplificando si potrebbe dire che su entrambe le "scelte" c'è chi è contro e chi è a favore. Io credo che queste decisioni siano troppo personali per essere giudicate dall'esterno e che ognuno di noi debba essere libero di agire come ritiene più opportuno. Per scegliere però bisogna sapere. La conoscenza è fondamentale. Quindi cerchiamo di colmare le nostre lacune.

Cos'è la Ru-486 e quando non va usata. La Ru-486 è una pillola, composta da mifepristone, uno steroide sintetico che permette l'aborto chimico durante i primi due mesi di gravidanza; agisce bloccando l'azione progestinica sui recettori inibendo lo sviluppo embrionale e causando il distacco e l'eliminazione della mucosa uterina. Non va confusa con la pillola del giorno dopo (che invece è un farmaco per la contraccezione d'emergenza), da cui si differenzia sia per i meccanismi di azione che per i tempi di assunzione. Infatti la pillola del giorno dopo, oltre a dover essere somministrata entro 72 ore (3 giorni) dal rapporto sessuale, agisce semplicemente bloccando l'ovulazione ma senza avere effetti sull'impianto di un eventuale embrione, per cui non è in alcun modo in grado di indurre un aborto. Tornando all'aborto invece, quello chimico rispetto ai metodi tradizionali ha il vantaggio di non richiedere un intervento chirurgico. Attualmente è in uso in tutti gli Stati dell'Unione Europea ad eccezione della Polonia e della Lituania, oltre che dell'Irlanda e di Malta, paesi nei quali l'aborto è vietato. Richiede un monitoraggio attento della condizione fisica e psichica della donna. Una volta assunto il mifepristone, nella maggior parte dei casi, nelle 24-48 ore successive inizia il sanguinamento. Solo in un piccolo numero di pazienti (3%) l'espulsione del embrione avviene prima di prendere un secondo farmaco, la prostaglandina. Il sanguinamento dura in media una decina di giorni e l'espulsione dell'embrione può avvenire da entro poche ore dalla somministrazione della prostaglandina fino a qualche giorno dopo. La prostaglandina provoca le contrazioni uterine e favorisce l'eliminazione della mucosa e dell'embrione. Il metodo che prevede le due somministrazioni è efficace tra il 92% e il 99% dei casi (a seconda del trial clinico in esame), mentre l'RU-486 da solo ha un'efficacia pari a circa l'80%. La Ru-486 non può essere usata in pazienti che presentino allergia nota al mifepristone, insufficienza surrenalica, disordini emorragici, o che siano in terapia con anticoagulanti o cortisonici. Le prostaglandine invece non possono essere somministrate in caso di: ipertensione arteriosa, angina pectoris, sindrome di Raynaud, insufficienza cardiaca, aritmia. La RU-486 entra definitivamente a far parte dei farmaci utilizzabili in Italia dal 10 dicembre 2009.

Cosa è successo a Torino. Una trentasettenne, già mamma, ha deciso di interrompere la gravidanza e subito dopo aver assunto la seconda pillola (la prostaglandina) è deceduta. Non è ancora chiaro se ci sia un nesso tra i due fatti. Sarà l'autopsia a stabilirlo. I diversi esperti che hanno rilasciato delle dichiarazioni alla stampa in queste ore sono abbastanza sicuri che non sia stata la pillola a causare il decesso. Sarebbe il primo caso in Italia dove sono circa 40 mila le donne ad averne fatto uso. Altrove nel mondo però sono 27 le vittime della Ru 486 già accertate. Che la mamma di Torino sia la 28esima vittima o meno è da capire, fatto sta che non c'è più e che fatti dolorosi come questi, oltre a dispiacere anche chi non è direttamente coinvolto, fanno riflettere. Un attacco cardiaco ha messo fine alla sua vita ma dai controlli fatti prima di iniziare la terapia tutto era risultato a posto. Il suo cuore funzionava bene e i suoi polmoni anche. Qualche ora dopo però ha avuto problemi respiratori e poi il suo cuore si è fermato.

Cos'è la fecondazione eterologa. E' la possibilità di ricorrere a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta. E' quindi una fecondazione artificiale o assistita, processo col quale si attua l'unione dei gameti artificialmente, tramite l'osservazione al microscopio. Si distingue da quella omologa dove il seme e l'ovulo utilizzati nella fecondazione assistita appartengono alla coppia di genitori del nascituro, il quale presenterà quindi un patrimonio genetico ereditato da coloro che intendono allevarlo. La legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita vietava in Italia la possibilità di ricorerrere alla fecondazione eterologa. Tre coppie hanno lottano e affrontato processi per eliminare questo divieto che, tra le altre cose, veniva agirato andando all'estero. Il 9 aprile 2014 la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo tale divieto.

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