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Venerdì, 29 Marzo 2024
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A cura di Massimiliano Dona

Acqua pericolosa a Roma?

Il Comune di Roma ha proibito l’utilizzazione dell’acqua erogata dai rubinetti in alcune zone della Capitale. L’ordinanza merita la nostra attenzione perché un provvedimento del genere provoca scompiglio e genera profonda preoccupazione in un gran numero di cittadini.

Andando a leggere la documentazione disponibile, risulta che si tratta dell’Ordinanza n. 36 del 21 febbraio 2014 “notificata” però soltanto il 27 febbraio. Dal documento si evince che la misura si è resa necessaria per il fatto che alcuni “acquedotti versano in uno stato tale... da richiedere un risanamento”. Insomma, non si dice alcunchè circa la qualità dell’acqua!

La lettura del provvedimento è però interessante perché tratteggia la storia dell’acqua della Capitale: già nel 2003 la Regione stanzia 13,5 milioni di euro per ristrutturare gli acquedotti, ma sembra che non succeda nulla fino al 2011 quando l’ARSIAL (gestore degli acquedotti) chiede al Sindaco di Roma di intervenire per fare fronte alle norme europee che stabiliscono il livello massimo di arsenico in 10 ppb (parti per miliardo). E’ a quell’epoca che l’allora Presidente della Regione, Renata Polverini, cerca di risolvere il problema all’italiana, cioè chiedendo una deroga invece di migliorare la qualità dell’acqua (e con nostra sorpresa la tolleranza fu innalzata a 20 ppb).

A partire dal 2012, il Comune di Roma incarica finalmente la USL C di effettuare delle analisi sull’acqua e scopre (!) che qualcosa non va: gli acquedotti presentano “acqua con caratteristiche chimiche e batteriologiche, ovvero solo batteriologiche, non adatte al consumo umano!

Il modo in cui sono stati riportati i risultati delle analisi appare quantomeno originale e dalla lettura sembrerebbe che i motivi del divieto siano da attribuire ad una contaminazione microbiologica; d'altra parte si sta diffondendo la notizia che la misura sia stata presa a causa di livelli di arsenico troppo alti. Insomma: confusione totale e panico tra i cittadini!

Ecco perché è assolutamente necessario che venga fatta chiarezza su questo punto, in quanto se si tratta di una contaminazione microbiologica possono esserci pericoli immediati di infezioni (ed è assolutamente incomprensibile il motivo per cui si è aspettata quasi una settimana per chiudere i rubinetti); se invece si tratta di arsenico è grave che non si sia ottemperato alle indicazioni della UE anche dopo avere ottenuto delle deroghe (ma almeno non dovrebbero esserci pericoli imminenti per la salute pubblica se è vero che, come è gia avvenuto in passato, sono state concessi permessi per bere acqua con livelli di arsenico superiori a 10 ppb).

Resta il fatto che i cittadini devono sapere di cosa si tratta: per questo l’Unione Nazionale Consumatori ha richiesto di acquisire la documentazione relativa ai risultati e di trasmetterla con procedura d’urgenza all’EFSA (l’Autorità europea della sicurezza alimentare).

Sapevamo di un Paese con l’acqua alla gola, ma che si debba anche fare attenzione a quella del rubinetto mi sembra il colmo!

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